Cronaca

Asola: la storia dell'Anesone Triduo, rivive in tavola alla mostra "Il cibo dipinto"

All'incontro con lo storico locale Giorgio Ferrari che ha ricostruito la storia del distillato di Orzinuovi è seguita, come già accaduto negli altri eventi che hanno accostato cultura e cibo, una apprezzata degustazione.

ASOLA _ Successo sabato 16 dicembre per l’evento collaterale alla mostra “Il cibo dipinto” al Museo di Asola, in cui si è tracciata la storia dell’Anesone triduo, il distillato di Orzinuovi. Relatore dell’incontro Giorgio Ferrrari, ricercatore di storia locale e autore di un piccolo, ma prezioso volume, nel quale si ripercorrono le tappe fondamentali della nascita di questo prodotto che già nell’Ottocento poteva vantare esportazioni in numerosi paesi del mondo. La corposa sequenza di fotografie proiettate ha destato vivo interesse tra i presenti per la particolare attenzione della ricerca condotta. “Le origini di questo prodotto – ha spiegato Ferrari – si possono far risalire al connubio di due fattori. Le ricerche alchemiche di Giovanni Bracesco abitante in Orzinuovi e le fabbriche di mistrà – bevanda un tempo popolarissima – della Repubblica di Venezia. Una volta caduta la Serenissima nel 1797, questa produzione è rimasta in uso nella sua provincia occidentale. La Gio. Rossi di Orzinuovi diventa nota nel panorama lombardo per un liquore del tutto particolare. Si tratta dell’anesone triduo, un liquore storico del territorio bresciano, preparato da una sapiente miscela di erbe aromatiche e dal gusto d’anice e d’anice stellato. La ditta orceana era succeduta alla Reboldi di Orzinuovi, fondata da colui che ne fu l’inventore.
L’Anesone triduo di Orzinuovi era spedito con successo in Africa, America ed Oceania, e aveva già conquistato medaglie d’oro alle rassegne di Verona nel 1868, Milano e Roma nel 1881 e a Torino nel 1884. Ma la ditta Rossi non è l’unica a produrre e commercializzare questa specialità. Importante è soprattutto la distilleria Mancabelli, aperta in città dal tirolese Giuseppe Mancabelli nel 1830 e continuata dal figlio Eugenio e dal nipote Luigi, nota appunto per il suo Anesone triduo, largamente reclamizzato sulle riviste non solo bresciane e in grado di guadagnare riconoscimenti alle Esposizioni di Brescia del 1889, Genova 1892 e Torino 1898”. Al termine della conversazione non poteva mancare una degustazione del prezioso distillato offerto ai presenti con bottiglie provenienti dalle Distillerie Franciacorta della famiglia Gozio. La mostra Il cibo dipinto rimarrà aperta sino al 28 gennaio e durante il periodo delle festività natalizie offrirà numerose aperture straordinarie.

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