Cultura

Ha inaugurato "Affinità inedite": quattro generazioni di artisti rivarolesi in mostra

Una esposizione di 250 metri quadrati, dal titolo “Affinità inedite”, che sarà aperta sabato e domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30 con ingresso libero. E che diventa anche un modo per ricordare uno degli artisti in mostra, Dario Sanguanini, artista poliedrico e di professione restauratore, scomparso pochi mesi fa.

RIVAROLO MANTOVANO – Ha ospitato, negli ultimi mesi, mostre di rilievo nazionale, con pezzi d’arte o d’antiquariato unici, in genere provenienti da collezioni di privati del territorio e che pure nulla avevano da invidiare ad altre esposizioni sul suolo tricolore. Stavolta però a Palazzo del Bue, a Rivarolo Mantovano, la mission è stata diversa sin dal suo intento iniziale: riunire le eccellenze del territorio a livello artistico e metterle in comunicazione, in una forma di dialogo di qualità in un’unica esposizione, aperta fino al 28 gennaio prossimo e inaugurata venerdì.

I protagonisti sono artisti rivarolesi di quattro diverse generazioni: Bruno Agarossi, Franco Badalini, Milena Bonfanti, Angelo Bottini, Pietro Bozzetti, Pier Giorgio Bresciani, Paolo Buttarelli, Ernestino Chiari, Cesy Chittolini, Franco Donini, Luciana Favari, Domizio Ferrari, Giancarlo Fertonani, don Renato Laffranchi, Luigi Leoni, Maurella Martelli, Stefano Orlandi, Sauro Poli, Wanda Rossi, Dario Sanguanini, Renata Sanguanini.

Una esposizione di 250 metri quadrati, dal titolo “Affinità inedite”, che sarà aperta sabato e domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30 con ingresso libero. E che diventa un modo per ricordare in particolare uno degli artisti in mostra, Dario Sanguanini, artista poliedrico e di professione restauratore, che lavorò a grandi progetti nella vicina Sabbioneta (e non solo) e che scomparve lo scorso 22 ottobre. Tanti i nomi, tanti gli autori, tanti gli stili. E le tipologie artistiche: in prevalenza quadri, ma non mancano alcune sculture. Diversi pure i soggetti: dai ritratti, ai passaggi fluviali tipici della nostra zona, a composizioni di natura morta, così come associazioni particolarissime e fantasiose, una sorta di allegoria della vita.

In quest’ultima sezione prevale l’opera di un sacerdote 94enne, don Renato Laffranchi, che già conquistò Palazzo del Bue con una personale a lui dedicata nei mesi scorsi. E ancora quadri più astratti, nel pieno rispetto dunque dello stile e della sensibilità di ciascun soggetto, con riferimenti pure a grandi pittori, in una sorta di cover artistica. Era una sfida, quella di unire correnti in qualche caso agli antipodi all’interno delle stanze espositive che Palazzo del Bue offre: sfida vinta, a giudicare dal risultato e dall’apprezzamento degli spettatori presenti all’inaugurazione, tra cui anche il sindaco Massimiliano Galli.

L’angolo dedicato a Sanguanini, assieme ad alcune fotografie dell’artista all’opera, è arricchito dal suo camice e da alcuni strumenti da lavoro dello stesso Dario, con la presenza anche di una sua scultura in cera, la Testa di Fanciullo, un pezzo che risulta unico per il materiale utilizzato per la composizione. Non mancano poi cartoline di propaganda di 40 anni fa legate a Festa dell’Unità in paese, realizzate da Sanguanini e da altri artisti rivarolesi o comprensoriali e ideate da Luigi Manfredi.

Da lì si passa alla collezione Bottini, dal nome di Angelo Bottini, collezionista e altra figura chiave dell’esposizione. Particolare non di poco conto: di 21 artisti presenti, 6 sono donne: “un numero significativo”, come aveva avuto modo di rimarcare nei giorni dell’allestimento il curatore della mostra Sauro Poli, maestro d’arte e rivarolese d’adozione che, con l’infaticabile Ivano Schirolli, si è prodigato per rintracciare le disponibilità sia degli autori che degli eredi.

Giovanni Gardani

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