Cronaca

Treni, la politica in stazione Illustrato l'esposto presentato in procura

L'esposto chiede se "nei fatti esposti e in quelli che verranno accertati nel corso dell'indagine siano rilevabili condotte omissive e commissive suscettibili di rilevanza penale e si chiede la punizione dei colpevoli"

CASALMAGGIORE – Hanno atteso il treno, come normali pendolari. Insieme alle oltre 200 persone che attendevano quello delle 7.15 direzione Parma. Nove minuti di ritardo, appena poco sotto la media Trenord sulla tratta Brescia Parma (13 minuti) ma abbastanza per capire che dieci minuti, in questo caso, significano quantomeno arrivare in ritardo a lavoro. Abbastanza per comprendere che, in queste condizioni, è anche difficile parlare di servizio.

La Politica, senza distinzioni di bandiera, ma consapevole che una soluzione va trovata, si è ritrovata questa mattina in stazione a Casalmaggiore. C’era ancora buio alle 7 quando Matteo Piloni (responsabile provinciale Pd), Agostino Alloni e Marco Carra (consiglieri Regionali Pd), Andrea Fiasconaro (consigliere regionale M5S), si sono sono ritrovati con chi la battaglia per riportare la stazione e il servizio ferroviario ad un livello minimo di decenza la sta combattendo da tempo.

C’erano i rappresentanti del Listone (Alessandro Rosa, Alberto Fazzi e Gabriel Fomiatti), quelli del M5S (Adamo Manfredi e Stefano Capaldo), il primo cittadino di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni, i rappresentanti di CNC Calogero Tascarella e Mario Daina, il professor Stefano Prandini in rappresentanza del Comitato TrenoPonteTangenziale.

E’ stato proprio il professor Prandini, nell’occasione, a chiarire i termini dell’esposto presentato alla Procura della Repubblica e indirizzato in copia anche a Trenord e Rfi, alle prefetture di Cremona e Mantova, alla Polfer di Cremona e Mantova, all’assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Sorte, all’Asst di Cremona, ad Altroconsumo, all’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e ai sindaci di Casalmaggiore, Colorno, Torrile-San Polo e Parma. Le violazioni del contratto tra Trenord e Regione Lombardia in primo piano. Bagni impraticabili, soppressioni, ritardi e disservizi, inadeguatezza delle prestazioni, aggravio dei problemi legati alla chiusura del ponte. Un faldone corredato da articoli stampa e documentazione fotografica e la richiesta “se nei fatti esposti e in quelli che verranno accertati nel corso dell’indagine siano rilevabili condotte omissive e commissive suscettibili di rilevanza penale e si chiede la punizione dei colpevoli”.

E’ stato – al di là dell’esposto – un incontro cordiale in cui si è cercato di elaborare qualche proposta per rilanciare la partita con Trenord ed RFI. Le istanze: prima di tutto, su spinta di Agostino Alloni, la ‘riapertura’ della stazione e dei suoi servizi tentando l’approccio che già Crema ha portato a compimento: “Considerando il fatto – ha spiegato Agostino Alloni – che RFI non riaprirà mai gestendola direttamente la stazione, bisogna pensare ad un affidamento ad un’associazione privata che la gestisca, magari riaprendo anche il bar, dietro congruo contributo di RFI”. Una proposta che ha trovato l’attenzione, pur con qualche perplessità, del primo cittadino Filippo Bongiovanni. Le perplessità sono soprattutto di natura gestionale: per prendersi in mano una responsabilità simile, il gioco deve per forza valere la candela e RFI deve in primo luogo sistemare la stazione. Il locale bar è ormai un cumulo di macerie, una stanza con una grossa voragine al centro. Non ci sono più termosifoni negli altri locali, i bagni sono chiusi e resta un’unica pedana per l’attraversamento: anche l’esterno avrebbe bisogno di un restyling. Poi si potrebbe pure parlare di gestione.

Altra questione sul tavolo quella dei treni: vecchi ferrivecchi su una linea ormai passata. Anche in questo caso il tentativo che le forze politiche si sono impegnate a portare avanti è quello della TiBre ferroviaria nell’ipotesi di passaggio da Piadena – Parma. 60 milioni di euro d’investimento (meno della metà del tracciato di Suzzara) e la possibilità di ammodernamento della linea.

In mezzo i pendolari: alcuni si sono fermati a parlare, nell’attesa del treno, con i politici chiedendo condizioni migliori. Da quelle igieniche alla puntualità, dai servizi della stazione a maggiori possibilità di treni e di orari per potersi meglio organizzare. I consiglieri regionali ed il sindaco hanno garantito massimo impegno per rilanciare le proposte, pur nello sconforto – espresso dal sindaco – di doversi confrontare da mesi con interlocutori non certo attenti alle esigenze di chi viaggia, che spesso fanno ‘orecchie da mercante’.

Si cercherà, anche in sede regionale, la massima covergenza (tra maggioranza ed opposizione) per portare sul tavolo di RFI una proposta organica che parta proprio dalla stazione, dalla possibilità di un recupero di tutte le funzioni. Non potrà farlo il pubblico? Potrebbe farlo il privato, con un sostanziale aiuto pubblico.

E’ un tentativo, certo, ma più del nulla attuale, mentre resta aperta la partita con Trenord. Partita che, dopo l’esposto del Comitato, potrebbe avere un seguito in tribunale a meno che la stessa Trenord ed RFI decidano, in un rigurgito d’orgoglio, di fare qualcosa prima. Qualcosa che non sia lo specchietto delle allodole di qualche treno in più. Un impegno concreto insomma per ridare al servizio una sua valenza che in questo momento non c’è. Già dopodomani la questione potrebbe essere affrontata in Regione. La politica locale e il comitato sperano d’un unica speranza. Che questa volta e che per una volta, sia il binario giusto.

Nazzareno Condina

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