Economia

Il Distretto Biologico Casalasco Viadanese è realtà: "Dalla nicchia all'eccellenza"

Il distretto biologico casalasco-viadanese raccoglie, ad oggi, venti diverse aziende delle province di Cremona e di Mantova e si contraddistingue, come ha spiegato il dibattito moderato dalla giornalista Katia Bernuzzi, per il passaggio di consegne generazionale tra padri e figli.

VALLE (CASALMAGGIORE) – Un nuovo distretto del biologico, il 25esimo in Regione Lombardia, per il Casalasco Viadanese. Un’idea partita nel 2013 su iniziale proposta del Partito Democratico con il consigliere Agostino Alloni, che dopo una gestazione molto complessa, che ha portato a dividere in due diversi progetti lo spunto iniziale, uno solo dei quali rimasto attivo, è finalmente giunta a compimento. Un punto di arrivo, anzi di partenza, celebrato presso l’azienda Cà Vecchia di Valter Cavalli, che da 40 anni porta avanti il biologico, a Valle, frazione di Casalmaggiore ma molto vicina anche a Viadana. Per la politica erano presenti l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, il consigliere sempre di Regione per il Movimento 5 Stelle Andrea Fiasconaro, i sindaci di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni, di Viadana Giovanni Cavatorta (col vice Alessandro Cavallari), di Commessaggio Alessandro Sarasini e di Pomponesco Giuseppe Baruffaldi, oltre ad Alberto Zavattini per Marcaria. E ancora Francesco Meneghetti, presidente del Gal Terre del Po, e Paolo Voltini per Coldiretti.

Il distretto biologico casalasco-viadanese raccoglie, ad oggi, venti diverse aziende delle province di Cremona e di Mantova e si contraddistingue, come ha spiegato il dibattito moderato dalla giornalista Katia Bernuzzi, per il passaggio di consegne generazionale tra padri e figli, che caratterizza diversi soggetti partecipanti. A proposito di giovani Nora Pini, ingegnere ambientale figlia della presidente del distretto Mimma Vignoli della Corte Pagliari Verdieri, ha illustrato gli scopi del distretto: il marketing in primis, la formazione, perché il biologico non rimanga soltanto una parola e ancora il rapporto con le scuole e la cittadinanza – a tal proposito, il logo del distretto è stato realizzato dalla scuola di formazione professionale Ial di Viadana – e infine l’accesso ai bandi per promuovere filiera corte e biodiversità. Mimma Vignoli, poco prima, aveva fatto un po’ di cronistoria. “Quando Alloni e Pavesi ci chiesero di unirci in distretto, era il 28 ottobre 2013, a noi non sembrava vero che la politica proponesse qualcosa che noi come singole aziende portavamo avanti da anni. Il grazie a va tutti quelli che ci hanno sostenuto, senza colore politico. Oggi c’è davvero tanta emozione”.

Parole confermate, poco prima, da Valter Cavalli, che assieme al figlio Lorenzo ha fatto gli onori di casa, ricordando come unire l’esperienza dei diversamente giovani alla voglia di fare delle nuove leve sia un mix fondamentale alla riscoperta del territorio, delle sue caratteristiche e del rispetto dei tempi della natura, con il diritto alla lentezza in primis. “Cura, pazienza, attenzione sono valori che sfuggono alla contemporaneità – ha detto Bernuzzi, moderando il dibattito – ma qui le ritroviamo: qui la genetica si incontra con l’ambiente e il biologico, che era considerata una nicchia, è diventato il prossimo salto evolutivo”. La stessa Bernuzzi ha ricordato anche il maestro di Drizzona Mario Lodi per spiegare che col cibo possiamo insegnare di tutto: “Storia di un territorio, geografia, economia, e il cibo è uno strumento che piace molto ai bambini”.

Lorenzo Cavalli ha spiegato che servirà insistere molto sul marketing. “Il biologico è qualcosa che è in grado di mettere in discussione il sistema dominante e spesso per noi azienda agricola vuol dire vita quotidiana. Abbiamo contadini che vendono i loro formaggi in Francia, con riferimento alla Cascina Lago Scuro di Cremona, e abbiamo Mimma Vignoli che vende il vino ai giapponesi. Abbiamo un forte legame con la storia (testimoniato da un melone rospo, coltura tipica di questa terra appartenente ai secoli scorsi ma da riscoprire, mostrato ai presenti, ndr) e abbiamo una architettura del territorio, fatta di siepi che trattengono gli insetti, ad esempio, da sfruttare e insegnare”.

Una biodiversità unica a livello mondiale, è stato rimarcato, dopo di che sono seguite le testimonianze del vicepresidente del distretto Carlo Visini della Cascina Lavacchiello, che dal 1992 produce pere abate bio (la figlia di Visini ha garantito che proseguirà l’attività del padre), di Mentore Negri della panetteria Il Cesto che lavora solo con farine bio, di Primo Barzoni di Palm Greenpallet. “Biodiversità, tracciabilità e sostenibilità sono punti cardine anche della nostra azienda, anche se non produciamo cibo ma lavoriamo legno. L’etica della sostenibilità in particolare è il nuovo orizzonte, e lo dico da consumatore consapevole”. Anche Umberto Poggi, professore dello Ial, ha lodato l’iniziativa: “Qui non si guarda a distanza di una settimana, ma di dieci anni, qui si costruisce il futuro. Grazie a tutti voi che avete resistito in mezzo alle cannonate”. Bernuzzi ha inoltre ricordato come il raggiungimento di una etichetta bio sia inizialmente un ostacolo, che però porta poi all’eccellenza.

Le varie testimonianze riportate sono quelle di alcuni degli imprenditori agricoli che hanno accettato di fare parte di questa scommessa. Vinta, ha precisato Gianni Fava, assessore regionale, se all’atto formale del riconoscimento seguiranno ora le progettualità, alle quali la Regione cercherà si associare sempre fondi e bandi. “La gestazione di questo distretto è stata travagliata: all’inizio mi sono speso perché si unissero le forze e non vi fosse una divisione, ma non è servito. Alla fine uno dei due progetti è andato avanti e ora giunge a maturazione. Nel distretto le aziende agricole fanno cose diverse ma hanno un minimo comune denominatore e dunque questa forma diventa essenziale per una azione congiunta di tipo territoriale. In Lombardia l’esperienza dei distretti bio è contraddistinta da luci e ombre, ma siamo comunque la seconda regione agricola europea e quindi l’invito è ad andare avanti”.

Meneghetti del Gal Terre del Po ha portato il proprio saluto, rimarcando l’importanza delle persone e svelando che è stato nominato il nuovo direttore dello stesso Gal, Fabio Araldi. “Avevo un impegno di lavoro a Firenze, ma l’ho rimandato – ha svelato Meneghetti – perché ci tenevo ad essere qui con voi: non per il progetto, ma per le persone che ho imparato a conoscere e per il vostro impegno: senza l’uomo non esistono aziende o iniziative”. Paolo Voltini per Coldiretti ha ricordato che tutto questo parte dal 1997, quando il biologico venne promosso proprio da Coldiretti con una apposita legge. “Qui dimostriamo di avere strumenti per vincere la competizione anche sul mercato”. Anche Fiasconaro, molto colpito dalla presenza di giovani, ha plaudito all’iniziativa “in particolare sulle mense scolastiche: la vostra è una esperienza incoraggiante perché guarda alle nuove leve”. Il sindaco casalese Bongiovanni ha parlato di “grandissimo giorno” esprimendo tutta la sua profonda ammirazione e la grande soddisfazione per questo traguardo “in una vicenda che mi ha appassionato e ho seguito”.

In conclusione sono state svelate le cariche del distretto: con presidente Mimma Vignoli e vice Carlo Visini, fanno parte del direttivo anche Rosa Zeli, Valter Cavalli e Vittorio Sarzi Amadè. Il primo evento ufficiale del nuovo distretto sarà l’11 novembre assieme al presidio Slow Food Oglio Po e allo Ial Viadana, in cui verranno insegnate ai ragazzi della scuola viadanese ricette tipiche e storiche del comprensorio. Queste le venti aziende, tra produttori, negozi e associazioni, che compongono il distretto biologico del Casalasco Viadanese: Corte Pagliari Verdieri, Azienda Agricola Cà Vecchia, Corte Lidia, Azienda Agricola Valbindola, Società Agricola Bernuzzo, Azienda Agricola Comuna, Azienda Agricola Giacomo Lazzari, Cascina Lavacchiello, La Cicogna di Lucchini, Le Basse Bio, Azienda Agricola Corte Erbatici, Cascina Orezoletta, Cascina Lago Scuro, Azienda Agricola Sarzi Amadè, Coop Palm, Panetteria il Cesto, Albero della Natura, Il Papavero, Consorzio Agrituristico Mantovano Verdi Terre d’Acqua, Condotto Slow Food Oglio Po.

Giovanni Gardani

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