Ponte sul Po, il precedente di Piacenza: ecco come funzionò (in pochi mesi) nel 2009
In quel caso, per un’opera però, come abbiamo visto, molto meno impegnativa di quella che dovrebbe essere messa in cantiere per Casalmaggiore (dove il ponte è lungo oltre 1.200 metri), la messa in esercizio dell’opera avvenne il 14 novembre 2009: dopo solo due mesi dall’apertura del cantiere.
CASALMAGGIORE – Ora che il ponte di tipo Bailey non ha chance, come è stato spiegato direttamente dall’Esercito e dal Genio Pontieri al sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni, perché la struttura casalese, per la sua conformazione, non offre spiragli in questa direzione, ecco che un’idea può essere guardare a situazioni simili verificatesi nel recente passato. Per capire come l’emergenza è stata superata e se la stessa soluzione può essere applicata anche sul caso casalese.
In particolare a Piacenza, a pochi chilometri dal territorio Casalasco e Cremonese, il 30 aprile 2009 crollò la campata dello storico ponte Piacenza-San Rocco al Porto (provincia di Lodi) e l’Anas in quel caso si attivò subito per una soluzione che permettesse il ripristino temporaneo e rapido dei collegamenti tra le due sponde del fiume. In quella occasione la gara venne aggiudicata il 7 agosto 2009 al R.T.I. Solidus S.r.l. – Cimolai S.p.A. Il progetto esecutivo portò a creare due sistemi galleggianti simili per i due tronchi di fiume Po divisi al centro dall’isolotto Maggi.
Il primo ponte, lato Piacenza, lungo 185 metri, il secondo ponte, sponda lodigiana, lungo invece 90 metri. In quel caso, per un’opera però, come abbiamo visto, molto meno impegnativa di quella che dovrebbe essere messa in cantiere per Casalmaggiore (dove il ponte è lungo oltre 1.200 metri), la messa in esercizio dell’opera avvenne il 14 novembre 2009: dopo solo due mesi dall’apertura del cantiere, cioè, il ponte era già agibile. La gestione del collegamento provvisorio, comprensiva anche di manutenzione ordinaria e straordinaria, venne effettuata con guardiania 24 ore al giorno, attraverso personale opportunamente formato dalla stessa ditta che ha eseguito i lavori. Il ponte provvisorio venne poi disinstallato una volta che il ponte principale fu ricostruito. La differenza di lunghezza dei manufatti tra il caso piacentino e quello casalese, però, purtroppo, lascia decadere il paragone senza lasciare troppe speranze, almeno per chi fa il tifo per tempi relativamente brevi.
Giovanni Gardani