Chimica Pomponesco, ambientalisti accusano "Ditta non contattò Arpa"
"Da parte nostra troverete collaborazione e stimolo per una capillare e completa informazione della popolazione contestualmente ad un sostegno per ogni iniziativa atta a ridurre gli impatti ambientali e i rischi industriali dell’insediamento in questione" si legge nella lettera indirizzata anche alla Procura della Repubblica.
POMPONESCO – A distanza di mesi la maxi esplosione presso la Chimica Pomponesco che ha danneggiato parte della struttura fa ancora parlare di sè. Mecoledì presso la sede consigliare del comune di Pomponesco si è svolto un tavolo d’incontro e di lavoro per discutere dell’incidente avvenuto il 20 luglio scorso alla ditta Chimica Pomponesco.
Hanno partecipato il sindaco, il vicesindaco, il consulente tecnico comunale e i rappresentanti di Vigili del Fuoco, Ats, Arpa e Provincia di Mantova. Il sindaco Giuseppe Baruffaldi, sollecitato dai cittadini e dall’associazione Noi Ambiente e Salute, aveva caldeggiato questo incontro al fine di ottenere chiarimenti riguardo quanto avvenuto. Da quanto è emerso, l’esplosione ha interessato un essicatore e si è verificata in una sezione marginale del reparto polimeri acrilici, in cui si trattano le acque di lavaggio delle scorie di polimerizzazione. Tuttavia le cause di suddetta esplosione verranno chiarite in futuro, al termine dell’indagine giudiziaria in corso.
La finalità di tale riunione è stata di comprendere se esistono prescrizioni che possano migliorare l’attività e la sicurezza dell’azienda, anche dal punto di vista della gestione delle emergenze, in quanto sono emerse parecchie carenze e criticità. In effetti, sia il sindaco che i Vigili del Fuoco sono stati allertati da privati cittadini, spaventati dal forte boato. E’ stato altresì segnalato che, mentre il sindaco e i Vigili del Fuoco si sono recati sul posto immediatamente, i rappresentanti di Arpa, Ats e Provincia sono giunti a distanza di un paio d’ore. Baruffaldi ha colto l’occasione per chiedere nuovamente i dati rilevati di aria ed acqua, nonchè la dotazione di una centralina per il monitoraggio dell’aria in considerazione della problematicità del territorio, legata alla presenza di alcune aziende con emissioni dannose per la salute.
“Dobbiamo ritenerci fortunati che al momento dello scoppio non stessero transitando persone o mezzi sulla strada adiacente l’azienda – ha commentato il Comitato Noi Ambiente Salute – . Ed allo stesso modo è stata una fortuna che il reattore, che si trova di fronte all’essicatore, sia rimasto intatto, altrimenti
l’incidente avrebbe prodotto ben altre conseguenze. Sei sono stati i lavoratori coinvolti che hanno dovuto avvalersi di cure mediche, uno dei quali investito dai detriti”. Si è infine parlato dell’indagine epidemiologica denominata Viadana 3, che coinvolgerà una decina di comuni del territorio, proseguendo il lavoro iniziato dai precedenti studi. L’associazione Noi Ambiente Salute ha auspicato che tale indagine possa essere attuata al più presto.
Intanto sempre l’associazione Noi Ambiente e Salute di Viadana e il Comitato Intercomunale per la qualità della vita di Dosolo hanno scritto una richiesta di chiarimenti al comune di Pomponesco, all’Arpa Lombardia, alla Provincia di Mantova, alla Ats Valpadana, e ancora a Prefettura della Repubblica, Procura della Repubblica e Ministero dell’Ambiente.
“Le sottoscritte Associazioni e Comitati – si legge nello scritto – in merito alla documentazione fornitaci dal Comune di Pomponesco in data 10.08.2017 relativa all’incidente avvenuto in data 20/07/2017 alla ditta Chimica Pomponesco SPA, sono con la presente a sottoporvi le le seguenti considerazioni. Dalla documentazione inviataci non è possibile ricavare le specifiche cause che hanno determinato l’evento incidentale del 20.07.2017 ovvero lo “scoppio” dell’essiccatore/centrifuga VOOM che ha determinato danni strutturali al reparto polimeri acrilici (probabilmente qualche considerazione è contenuta nella relazione aziendale che non è in nostro possesso). E’ pacifico che la fase interessata è quella della separazione tra polimero acrilico reagito e il cloruro di metilene. Sono chiari però gli effetti che hanno interessato sia alcune strutture edilizie sia la concreta possibilità di un effetto domino in particolare sui serbatoi di acido acrilico “vistosamente lesionati” e quelli limitrofi di cloruro di metilene e acido cloridrico, non interessati dagli effetti dello “scoppio” (i Vigili del Fuoco hanno, cautelativamente, disposto lo svuotamento del serbatoio di cloruro di metilene). Dal verbale di ARPA si evince che la ditta a seguito del verificarsi dell’incidente, che secondo noi sia da considerarsi rilevante, non ha contattato ARPA ma questa è stata chiamata da una cittadina, la cosa ci sembra molto grave, oltre al fatto che questo presuppone che la ditta Chimica Pomponesco SPA non abbia adempiuto a quanto previsto dall’art. 25 del Dlgs 105/2015”.
“L’ispezione AIA richiesta, a nostro avviso – prosegue lo scritto – va inserita all’interno di una procedura di riesame AIA (DEC 2010/497 declassata nel 2014) come previsto dall’art. 29 octies comma 4 Dlgs 152/06. Le motivazioni appaiano evidenti e riguardano l’evento ultimo, quelli precedenti come pure la classificazione della formaldeide come agente riconosciuto come cancerogeno 1b da parte della classificazione armonizzata UE e ai relativi provvedimenti regionali (comunicazione Assessore Gallera del 17.10.2016 e DGR 6030 del 19.12.2016). Le chiediamo pertanto di mettere a disposizione del pubblico la documentazione e i rapporti che verranno prodotti nonché di favorire la partecipazione al procedimento di riesame da parte delle associazioni locali e dei cittadini. I Vigili del Fuoco si sono riservati (nota del 21.07.2017) “di effettuare tutte le visite ed ispezioni ritenute necessarie e di informare il Comitato Tecnico Regionale” e, per il ripristino dell’impianto, “dovranno essere attivate le procedure autorizzative di cui al Dlgs 105/2015 appendice D e L” (dobbiamo supporre ci si riferisca agli allegati D e L della suddetta norma). La Sua richiesta di attivare il gruppo istruttore per gli incidenti rilevanti dovrebbe andare oltre a quanto evidenziato dai VdF e principalmente finalizzato alla valutazione del progetto di ripristino dell’impianto ma anche a rivedere puntualmente gli scenari incidentali (tra i quali non ci risulta essere quello emerso in data 20.07.2017) e, di conseguenza, il piano di emergenza esterna. Anche per tali procedure ci attendiamo una puntuale e tempestiva informazione nonché la messa a disposizione di tutta la documentazione”.
“Prendiamo infine atto – si legge – dell’intenzione del sindaco di superare i ritardi nella informazione sul piano di emergenza che dato l’accaduto ci sembrano improrogabili e di conseguenza invitiamo il sindaco ad attivarsi tempestivamente. Da parte nostra troverete collaborazione e stimolo per una capillare e completa informazione della popolazione contestualmente ad un sostegno per ogni iniziativa atta a ridurre gli impatti ambientali e i rischi industriali dell’insediamento in questione”.
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