Cronaca

La Corte d'Appello decide maxi risarcimento ai pendolari per i disagi del dicembre 2012

I disservizi inflitti agli utenti dalla compagnia ferroviaria per oltre una settimana furono gravissimi: saltò tutto il sistema di trasporto su rotaie, treni cancellati, corse dirottate, ritardi, mancanza di informazioni per i circa 700mila i pendolari lombardi coinvolti in quelle giornate di caos.

Maxi risarcimento di 300mila euro per i 3.018 pendolari (100 euro a testa), tra cui diversi del territorio dell’Oglio Po che avevano aderito alla class action di Altroconsumo, per i gravi disagi subiti nel dicembre 2012. Questa la decisione della Corte d’Appello di Milano, che ha condannao Trenord al risarcimento per quello che si è rivelato uno dei periodi più neri degli ultimi decenni, quando un nuovo software per la gestione dei turni di lavoro del personale “introdotto senza adeguata sperimentazione” mandò in tilt l’intero sistema ferroviario lombardo.

Per motivare la propria decisione, i giudici ribadiscono che “non v’è dubbio che Trenord abbia causato, per inefficienza nell’organizzazione, disservizi e disagi tali da coinvolgere migliaia di viaggiatori, in forma continuativa, per un periodo di tempo prolungato (dal 9 al 17 dicembre 2012), costringendoli a subire ritardi prolungati, la cancellazione di corse, trasbordi da un convoglio all’altro, modifiche di itinerari, condizioni di sovraffollamento dei convogli, senza neppure garantire forme di assistenza minime o diramare informazioni sui tempi di attesa o su eventuali percorsi alternativi”.

Altroconsumo, che ribadisce come questo sia un risultato storico, ricorda come con questa sentenza d’appello “è stata riformata integralmente la sentenza di primo grado, riconoscendo la gravità dei disagi subìti circa cinque anni fa. I disservizi inflitti agli utenti dalla compagnia ferroviaria per oltre una settimana nel dicembre 2012 furono gravissimi: saltò tutto il sistema di trasporto su rotaie, treni cancellati e i pochi rimasti divennero carri presi d’assalto, con corse dirottate, ritardi, mancanza di informazioni per i circa 700mila i pendolari lombardi coinvolti in quelle giornate di caos”.

“La sentenza della Corte di Appello di Milano deve suonare più che come un campanello d’allarme, perché a questo punto la situazione del trasporto pubblico lombardo, oltre ai bonus tradizionali, vede per la prima volta riconosciuta una class action di pendolari. Precedente che deve far riflettere sia la Regione che i dirigenti di Trenord” commenta Agostino Alloni, consigliere regionale del Pd.

Ma ciò che più preoccupa Alloni è il fatto che l’esperienza rischia di non insegnare, considerato che “a giugno siamo ritornati non molto distanti dai livelli di disagio del dicembre 2012, con soppressioni, cancellazioni e ritardi inaccettabili. Tant’è che 16 direttrici del trasporto regionale su 40, a giugno, hanno subito disagi, tra cui quasi tutte quelle cremonesi, e riceveranno il bonus per l’abbonamento di settembre 2017 da Trenord”.

Insomma, “non è sufficiente l’investimento che Regione Lombardia ha deciso di fare con l’acquisto di 160 treni, ma in tempi lunghissimi: se l’iniziativa è importante, impostata così serve a poco e soprattutto è meglio intervenire subito sulle infrastrutture, perché i problemi grossi sono dovuti alla cattiva manutenzione del materiale rotabile, delle stazioni, dei passaggi a livello da riqualificare. È necessaria maggiore attenzione da parte di Trenord e di Regione Lombardia, che è il soggetto controllore, le quali non possono non tenere conto del fatto che abbiamo un’infrastruttura vetusta”.

Alloni ricorda che il Pd, già 4 anni fa, aveva fatto la sua proposta: “I treni andavano acquistati tutti e subito, mettendo a gara europea il servizio regionale lombardo. L’Emilia Romagna ha seguito questa strada e avrà 80 treni nuovi tutti insieme”.

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