Andrea Mingardi, prova eccezionale a Canicossa Un concerto da ricordare
Un'artista con la “A“ maiuscola al servizio del pubblico che alla fine non può resistere sulle sedie alzandosi in piedi per avvicinarsi al palco sollecitati dallo stesso Mingardi durante l’ultimo brano “Pace, Amore Giustizia e libertà”

CANICOSSA (MARCARIA) – Si dice spesso a qualcuno “non sai cosa ti sei perso! ” In effetti lo spettacolo di lunedi sera alla Festa dell’Avis di Canicossa con il grandissimo Andrea Mingardi è uno di quegli eventi a cui è davvero un peccato mancare.
Un’artista con la “A“ maiuscola al servizio del pubblico che alla fine non può resistere sulle sedie alzandosi in piedi per avvicinarsi al palco sollecitati dallo stesso Mingardi durante l’ultimo brano “Pace, Amore Giustizia e libertà”. Valori che si sono persi nel tempo, come lo stesso cantante ha sottolineato alternando la musica a ragionamenti di tipo politico e sociale. Scherzando, tra il serio e il faceto sulle potenzialità erotiche di Silvio Berlusconi sino ad arrivare a sondare gli orientamenti del pubblico.
“Ma in questo paese avete votato Forza Italia?” ha chiesto ricevendo in cambio nemmeno un cenno “Avete votato la Lega?” altro silenzio in platea (in contraddizione con la scelta amministrativa recentemente fatta) a cui sono seguiti soltanto due o tre timidi si allorchè ha chiesto se le preferenze andavano al Pd. Per quanto riguarda il sociale Mingardi ha ricordato di avere fondato assieme a Morandi e Mogol la nazionale cantanti con la quale erano stati raccolti 110 milioni di euro a scopo di beneficenza.
“Una nobile iniziativa che però mi è costata ben due menischi” spiegando cosi il modo visibilmente claudicante di camminare. Tornando alla musica Andrea Mingardi ha stregato il pubblico con una forza ed energia sorprendenti e per nulla scalfiti dal tempo e dall’età (classe 1940). Aiutato anche da un grandissimo Maurizio Tirelli (già maestro e pianista accompagnatore al Festival di S.Remo) e da un’altrettanto stupefacente Manuela Cortesi, una delle migliori cantanti italiane come l’ha presentata Mingardi ad inizio serata.
“I giornalisti nel camerino mi hanno chiesto perchè sul palco mancava la batteria e la chitarra. Abbiamo una formazione di 11 elementi e se li portavo tutti non so se avremo potuto suonare qui stasera. Ma non vi faremo mancare niente, vedrete” ha spiegato alla platea prima di cominciare un concerto che ha fatto correre la mente e il cuore ai mitici James Brown e Joe Cocker a cui l’artista emiliano può davvero essere paragonato e ritenuto la versione italiana. Fino ad avere inventato uno slang in dialetto bolognese “Ta stè in cà tut al dì con i tò gat” ripetuto all’infinito e perfettamente assimilabile aglì incalzanti stacchetti funky usati oltreoceano.
Una bellissima serata in cui nella galleria dei ricordi, oltre ad duetto con Mina sono entrati i nomi delle mitiche discoteche del passato, dal Caravel di Mantova, al Picchio rosso di Modena, sino al 501 e Marabù di Reggio Emilia. Luoghi in cui si entrava per chiedere timidamente di ballare alle ragazze sospinti da quella magica in troduzione di “A whiter sade ol pale” che Andrea Mingardi ha quindi eseguito con una carica e una forza nella voce da far venire i brividi alla gremitissima platea della Festa dell’Avis a Canicossa.
Rosario Pisani