Ambiente

Auto e furgoni dalla golena, servono maggiori controlli. Fossa e Martignana interessati

Il pericolo maggiore, per l’ecosistema, è sempre stato l’uomo perché é l’unico essere vivente per il quale la natura non riesce a prendere contromisure adeguate in tempi brevi. Ed è l’unico essere vivente realmente in grado di fare disastri.

Le foto, scattate in golena, sono del casalasco Rubens Grassi

FOSSACAPRARA/MARTIGNANA DI PO – Fuoristrada e furgoni che se ne vanno velocemente. Non si sa da dove arrivano, dove sono stati, dove vanno. Qualche sospetto c’è in quel lembo di terra lontano dagli occhi, dai controlli e dal cuore.

A Fossacaprara dicono siano cacciatori di frodo, nessuno ne ha la certezza, ma l’impressione è quella. “Ne incontro spesso quando vado a correre in golena – racconta C.D. da Fossacaprara – auto che non dovrebbero essere lì, gente che se ne va, non si sa a fare cosa. E non è gente che conosco. Il problema? E’ che qui non controlla nessuno”. Capita in golena, soprattutto dove la golena si fa più grande, a Fossacaprara come a Martignana di Po.

Verso sera, proprio a Martignana dalle 20 in poi quando il sole inizia a calare, anche qui una sequela di fuoristrada e furgoni che imboccano l’argine maestro e se ne vanno subito dopo. Vengono dalla lanca, da dove il fiume si incunea nel ramo che separa l’isola di Gussola. Area pescosa, ancor più adesso che l’acqua è estremamente bassa. Poi si pensa che il pericolo maggiore siano i cinghiali: il pericolo maggiore, per l’ecosistema, è sempre stato l’uomo perché é l’unico essere vivente per il quale la natura non riesce a prendere contromisure adeguate in tempi brevi. Ed è l’unico essere vivente realmente in grado di fare disastri. Difficile infatti far fronte a reti, trappole e fucili, chimica e radicale mutazione ambientale.

“A Fossacaprara – aggiunge C.D. – corre voce che ci sia addirittura uno che va in golena con una balestra. E’ una voce, io non ne ho mai incontrati, ma auto e fuoristrada quelli sì, e sono tanti. Cosa fanno in piena golena?”. Le GEV fanno quello che possono. In sottonumero, col rischio di incontrare gente poco disponibile ad essere controllata e redarguita, poco riescono a fare più di quello che già mettono in campo. Servirebbero più forze o magari basterebbe mettere qualche sbarra in più. Una soluzione drastica che impedirebbe a chiunque, fatta eccezione per chi coltiva, per i portatori d’handicap e per la forza pubblica, di accedere comodamente in aree oggettivamente difficili da controllare con una certa continuità.

E pensare che negli ultimi anni l’area golenale si è ripopolata. Nonostante lo sfruttamento agricolo che ha mutato l’ambiente, nonostante le irrisorie risorse spese negli anni a sua tutela la golena vive. Solo parlando di volatili, tanti gli uccelli che sembravano scomparsi o fortemente limitati nella zona ricomparsi o in fase di crescita. Quest’anno, con il fiume estremamente basso e le lanche ridotte ai minimi termini, è stato più facile osservare i limicoli, quegli uccelli cioé che vivono in simbiosi con le acque estremamente basse e i tratti semistagnanti che si nutrono di piccoli insetti ed invertebrati che prolificano nel ‘limo’. dai Piro Piro ai corrieri, dai cavalieri d’Italia ai più rari piovanelli, per non parlare dei numerosi aironi, gabbiani.

Sono stati osservati anche fraticelli e sterne. E ancora picchi, e piccoli rapaci, gufi e civette. Sarebbe lungo l’elenco. Tanti anche rispetto al passato, gli animali osservabili: oltre alle classiche lepri e fagiani, presenti da sempre, volpi, scoiattoli, istrici oltre ai tanto vituperati cinghiali e caprioli. Per non parlare dei pesci tra cui – ne avevamo accennato solo qualche giorno fa – la ricomparsa dell’alborella dopo anni in cui non la si vedeva più.

Un ecosistema delicato e fragile messo sempre di più a dura prova dall’uomo. Un ecosistema che meriterebbe – al di là delle iniziative spot – realmente più attenzione.

Nazzareno Condina

Foto: Rubens Grassi (forum Natura Mediterraneo)

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