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Sipario su Piazza Spagna 2017: tradizione paga, l'innovazione (per adesso) un po' meno

Non sarà che la tradizione e il locale tirano di più? Però un tempo alla Pro Loco si chiedeva di innovare e ora invece sembra tornare al contrario di moda l’ideale dell’ostica di verghiana memoria. Dunque, come la mettiamo? Si tratta solo di giostrare meglio gli eventi in calendario? Domande su cui riflettere.

Foto Vincenzo Raeli

CASALMAGGIORE – Male il sabato, bene la domenica: il giudizio, lapidario, si basa però essenzialmente sui numeri, questo va detto, perché a livello di qualità non ci si può in verità lamentare. Stiamo parlando della due giorni, sabato e domenica, che ha chiuso l’edizione dei 50 anni di Pro Loco della Fiera di Piazza Spagna a Casalmaggiore, iniziata lo scorso 1° luglio e conclusasi, appunto, poche ore fa. Come? Con quel gran finale che Casalmaggiore ammira, ed apprezza, da anni, ossia con l’incendio del Grande Fiume e l’esplosione pirotecnica sul Po, che tutte le volte sembra superarsi per fantasia e spettacolarità. Uno show del quale molti casalaschi hanno potuto godere dalle rive del fiume, assiepandole fin dopo la mezzanotte, come da tradizione e spartito ormai consolidato.

Ma andiamo con ordine, e in ordine, cronologico s’intende: sabato sera era previsto il concerto di musica persiana in piazza Garibaldi. Un evento inserito nel calendario di Stupor Mundi che, alla presenza anche dei vertici Pro Loco e dell’assessore alla Cultura Pamela Carena, non ha purtroppo fatto centro, nonostante il livello importante dei musicisti sul palco. Una mezzora buona di ritardo forse non ha facilitato le cose, ma una cinquantina di persone presenti nei posti a sedere non sono certo il risultato atteso.

Solitamente in questi casi si cerca un colpevole o almeno un motivo: e allora è possibile, o forse probabile, che buona parte del pubblico che avrebbe potuto ammirare la musica persiana sul “listone”, eseguita dal Lulian Ensemble, col maestro Darioush Madani, Behnam e Reza Samani e la ballerina Yasmin Nammu, fosse in realtà intendo ad applaudire a San Giovanni in Croce l’esibizione di Ryan Wang, baby prodigio dell’International Festival. Senza scomodare altri eventi di musica leggera o rock, che nulla hanno a che vedere con il parterre richiesto da questo concerto. I musicisti hanno prima spiegato come si suonano tar, setar, tambour, tombak, daf, udu e kamanchè, strumenti tipici della tradizione persiana, poi hanno intrattenuto il pubblico.

Il riscatto, domenica, è passato dai concerti in Piazza Vecchia realizzati in collaborazione con La Bassa Records e la Salsamenteria Piasa Vecia. Baseball Gregg, il duo casalasco Mr Furto e Lady Paccottilla e infine la band elettronica indipendente dei The Academy hanno condotto la serata fino al già descritto incendio del Po. Lasciando qualche domanda: non sarà che la tradizione e il locale tirano di più? Però, anche questo va detto, un tempo alla Pro Loco si chiedeva di innovare e ora invece sembra tornare al contrario di moda l’ideale dell’ostrica di verghiana memoria. Dunque, come la mettiamo? Si tratta solo di giostrare meglio gli eventi in calendario? Domande alle quali ci sarà tempo di dare risposte, purché la critica sia sempre costruttiva…

Giovanni Gardani

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