Kafka sulla spiaggia, un'ora di musica vera. La Centralissima fa di nuovo centro
Luca Maria Stefanelli, Domenico Maria Del Vecchio e Giorgio Magliocco hanno incantato la platea - invero piuttosto ristretta - che ieri ha deciso di aprire le orecchie e l'animo al nuovo che pulsa e si muove nell'underground italico.
CASALMAGGIORE – Dal mondo onirico e fortemente simbolico degli opposti vuoti in cui l’unica strada – tra la chiusura totale e la possibilità di vedere cosa c’è nell’oltre, qualunque cosa sia – che si sceglie alla fine è quella di ‘essere’ nel mondo di Haruki Murakami al fondo della sala del bar Centrale.
No, non c’é un abisso insondabile e neppure una foresta. Ci sono loro, i ‘Kafka sulla spiaggia’, gruppo musicale napoletano che ieri ha interpretato al meglio la propria musica (con un’unica concessione ad un pezzo di Franco Battiato che dell’originale conservava gli echi). Il penultimo appuntamento de ‘La Centralissima’ ha regalato un’ora di ottima musica, di poesia in cui simbolismo, quotidiano, sogno e paradosso si incrociano e si incontrano.
Luca Maria Stefanelli, Domenico Maria Del Vecchio e Giorgio Magliocco hanno incantato la platea – invero piuttosto ristretta – che ieri ha deciso di aprire le orecchie e l’animo al nuovo che pulsa e si muove nell’underground italico.
Loro sono un passo avanti: fanno un genere difficilmente classificabile, adagiato tra il pop, il rock, il beat, la musica cantautorale colta e qualcosa in più. Energia ed introspezione (spesso con una certa e sapiente ironia), ritmi frenetici e ritorni alla quiete, che non è mai silenzio. Il leader della band ha raccontato storie: quelle musicali, oniriche e ben scritte e ottimamente arrangiate (vincitori del premio De André nella tappa Campana e ora alle semifinali nazionali della kermesse, e non per caso), quelle di vita, fatte di sfortunati (o fortunati) amori e di fatica, ma fatte soprattutto di sogni, di giorni, di ricordi da portarsi addosso sulla strada.
Napoli è anche questo: un’innata simpatia racchiusa in un sorriso lieve, la voglia di incontrare il mondo, l’ironia che disegna la vita e la capacità di profonda introspezione. Un bicchiere di whisky e la volontà di darsi una possibilità in un mondo complesso, quello musicale, fatto più spesso di immagine che di sostanza, di già sentito che di nuovo all’orizzonte. E loro, di strada ne faranno: non fosse altro, per la passione e la tecnica con la quale portano sul palco le loro storie. Non fosse altro perché bravi lo sono davvero. Longitudine è brano straordinario, una perla tra le tante, forse uno dei brani musicalmente migliori ascoltati in tutta la rassegna.
La musica – quella vera – è viva. E’ passata dal bar Centrale di Casalmaggiore: un locale ricco di storia e di storie che – più d’ogni altro – sa aprirsi al presente e al futuro.
Nazzareno Condina