Ambiente

Ciclovia VenTo, la Regione Lombardia ora la indica come una delle priorità

Il Parere votato dalla Commissione chiede, in particolare, di rafforzare i percorsi di formazione destinati a enti locali, operatori e personale, favorendo l’accesso ai bandi europei, nazionali e regionali, la cultura dell’accessibilità e le competenze linguistiche. La Commissione ha chiesto di inserire tra le priorità proprio “VenTo”.

Buone nuove in vista per la ciclovia VenTo, il collegamento di 679 chilometri tra Venezia e Torino che attraversa la nostra provincia in una vasta area rivierasca del Po tra Cremona e Casalmaggiore. E’ notizia di questa settimana che la Commissione Attività Produttive, presieduta da Pietro Foroni (Lega Nord), ha approvato il Parere sul Piano regionale annuale della promozione turistica e dell’attrattività. La maggioranza ha votato a favore, mentre Pd, Patto Civico e Movimento 5 Stelle, che hanno contribuito con una serie di osservazioni, si sono astenuti.

La relatrice del provvedimento, la Consigliere Segretario Daniela Maroni, ha affermato: «La Commissione ha dato un contributo prezioso e professionale per arricchire la politica regionale in un comparto capace di attivare in un anno una spesa turistica di oltre 1,3 miliardi a Milano e di 3,7 miliardi in Lombardia. Per questo è necessario tenere alta l’attenzione sull’accessibilità, sull’intermodalità dei trasporti e sulla formazione degli operatori».

Il Parere votato dalla Commissione chiede, in particolare, di rafforzare i percorsi di formazione destinati a enti locali, operatori e personale, favorendo l’accesso ai bandi europei, nazionali e regionali, la cultura dell’accessibilità e le competenze linguistiche. La Commissione, e qui veniamo alla questione che ci riguarda da vicino, ha chiesto di inserire tra le priorità proprio “VenTo”.

Questo passo non si traduce in un automatico investimento, ma fa seguito agli impegni presi nei mesi scorsi dalle regioni maggiormente interessate: Piemonte, Lombardia e Veneto. Il tracciato di VenTo infatti parte da Torino, poi all’altezza di Casale Monferrato si sposta sulla sponda destra. Entra in Lombardia nell’Oltrepo pavese poi torna sulla sponda sinistra poco prima di Pavia, e vi rimane sino a Viadana, dove attraversa il Po per arrivare a Boretto. Qui transita per pochi km in Emilia, poi tocca l’Oltrepo mantovano, torna in Emilia e poco dopo Ferrara ritrna sulla sponda sinistra, in territorio veneto, dove rimane sino a spostarsi a Venezia. L’Emilia Romagna dunque è solo sfiorata, ed è per questo che parte dell’investimento è garantito dalle tre Regioni del nord: la metà dei quasi 100 milioni, l’altra metà è a carico dello Stato, che lo ha inserito nella Legge di Stabilità 2016.

Gli ultimi tre incontri si sono svolti a Torino, Venezia e proprio a Cremona il 10 febbraio scorso, dove ha preso il via il Tavolo Tecnico. «VenTo – ha sottolineato l’assessore regionale Sorte – è una dorsale dedicata a cicloturisti e pedoni. E’ estremamente sicura perché non ammette tratti in promiscuo con le auto, a meno dei frontisti e dei mezzi agricoli (come nel caso di un tratto nel Casalasco, ndr) e predilige il passaggio in spazi aperti, quindi extraurbani, limitando al minimo i passaggi in ambito urbano. La sicurezza è sempre un fattore determinante per il successo di una ciclabile di lunga distanza, a maggior ragione se si muovono importanti flussi di cicloturisti, non necessariamente esperti e adulti, e in concomitanza con i pedoni».

V.R. 

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