Giuseppe De Grada, a 96 anni leone ruggisce ancora: lancio al Migliaro da 1500 metri
Da paracadutista della Folgore, De Grada aveva preso parte alla battaglia di El Alamein, anche se, come ha più volte ricordato, in quel caso lui e i commilitoni furono costretti a muoversi come fanti. Accompagnato sul tandem da Valerio Grassi, De Grada è salito con l’aereo fino a 4200 metri, mentre il lancio è avvenuto da 1500 metri. GUARDA IL VIDEO
CREMONA/CASALMAGGIORE – Di nuovo leone, a 96 anni. Giuseppe De Grada, uno degli ultimi reduci della tremenda battaglia di El Alamein, una delle più feroci della Seconda Guerra Mondiale, originario della Bassa pavese ma per 30 anni residente a Casalmaggiore, dove si era trasferito con la famiglia prima di ritornare a Canevino, nell’Oltrepo, si è lanciato martedì mattina attorno alle 11 dal Migliaro di Cremona.
Un modo sui generis per celebrare il 25 aprile, soprattutto una festa di compleanno posticipata di qualche giorno (De Grada ha compiuto i 96 anni lo scorso 15 aprile), contornato dall’affetto di famigliari e amici e dall’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, presieduta per la sezione di Cremona da Fabio Cristofolini. Proprio da paracadutista della Folgore, Giuseppe Degrada aveva preso parte alla battaglia di El Alamein, anche se, come ha più volte ricordato, in quel caso lui e i commilitoni furono costretti a muoversi soprattutto come fanti.
Degrada, giunto al Migliaro attorno alle 9.30 di martedì, ha seguito passo passo la procedura necessaria per rispettare i canoni di sicurezza: una imbracatura apposita che, vista l’iniziale difficoltà nella deambulazione con l’apposita tuta, è stata poi ulteriormente dotata di particolari strumenti per assicurare gli arti e i legamenti, oltre ad un caschetto e agli occhiali. Il tempo di qualche spiegazione da parte di Valerio Grassi, che ha accompagnato De Grada sul tandem, e poi tutto è stato pronto per salire in cielo, senza dimenticare Carolina Benedini, che dall’alto ha documentato in diretta l’evento. Peraltro, a conferma di quanto il passato tuttora parli al presente, basti ricordare che dieci paracadutisti dell’associazione cremonese, subito dopo il lancio di Degrada, con l’aereo sono andati a Poggio Rusco, per ricordare, con un altro lancio, l’operazione Herring, uno degli ultimi episodi collegati alla Seconda Guerra Mondiale. Che cinque giorni dopo quell’evento terminò per davvero.
Tornando a De Grada, la cronaca e gli aspetti tecnici li lasciamo a Fabio Cristofolini, che assieme a molti consiglieri e soci dell’Associazione Paracadutisti di Cremona, ha seguito Degrada da terra. “Decollerà con il Pilates B6 Turbo, che porterà De Grada a 4200 metri. Qualche secondo dopo il lancio, il pilota libererà il drog, che consentirà di stabilire la velocità di caduta, dato che nel tandem, la discesa in coppia può essere molto rapida a causa della presenza di due persone e dunque del maggior peso. Passato il tempo della caduta libera, il pilota azionerà la maniglia di apertura e lo stesso drog aprirà il paracadute”.
Detto fatto, perché tutto si è svolto alla perfezione: una lunga planata, un applauso ancora più sentito. Dopo di che De Grada non ha dimenticato il proprio spirito da vero “leone” della Folgore. Sentite cosa ha detto, al termine della sua avventura. “E’ stato bellissimo, quasi quasi lo rifarei ancora”. Una giornata difficile da dimenticare, per chi a 96 anni non vuole smettere di volare e per chi ha seguito ogni palpito di questo sogno…
Giovanni Gardani