Economia

Viadana Facchini, situazione incandescente: "Così si va verso una catastrofe sociale"

"Prendiamo parola sulla situazione delicata che si è creata all’interno dello stabilimento negli ultimi tempi - hanno spiegato in alternanza Stefano Re e Silvio Rosati - per effetto di un accordo rispettato solo nei primi mesi, mentre già da settembre 2016 si è cominciato a vedere un allontanamento da questo".

VIADANA – Passano i mesi, con momenti di discussione e contestazioni che si alternano ad apparente  calma e tranquillità. Sino alla nuova ondata di protesta. Il tempo non ha per nulla sistemato le controversie all’interno della Cooperativa Facchini che assieme alla Clo gestisce il lavoro alla Composad di Viadana.

L’ennesima manifestazione di protesta, condotta in maniera pacifica ma determinata davanti al Municipio di Viadana martedì a cominciare dalle ore 15, ha visto riunirsi gran parte dei lavoratori associati al sindacato Cobas per manifestare, guardati a vista da carabinieri e da un agente di Polizia locale e della Digos, ancora una volta la forte contrarietà riguardo il mancato rispetto degli accordi a suo tempo sottoscritti anche davanti ad istituzioni di rango come la Prefettura di Mantova.

“Prendiamo parola sulla situazione delicata che si è creata all’interno dello stabilimento negli ultimi tempi – hanno spiegato in alternanza Stefano Re e Silvio Rosati – per effetto di un accordo rispettato solo nei primi mesi, mentre già da settembre 2016 si è cominciato a vedere un allontanamento da questo da parte dell’Ati Viadana Facchini e Clo Milano”. L’accordo a cui i due sindacalisti Adl Cobas fanno riferimento  era quello che prevedeva il rispetto integrale del Contratto Nazionale del Lavoro e l’avvio di un tavolo di secondo livello. Da una parte sarebbero invece intervenute delle modifiche di lavoro non concordate e dall’altra numerosi episodi di turni soppressi a causa di un calo di lavoro dovuto a problematiche tecniche e sindacali inerenti il reparto produzione con conseguente pesante ricaduta sul reparto imballi.

Smentita l’accusa, espressa dalla Lega Coop durante un incontro col sindaco Cavatorta, che certi operai abbiano potuto mettere in atto forme di protesta rallentando la produzione con una specie di vero e proprio sabotaggio. “Quei blocchi erano stati provocati da certi macchinari guasti e da uno sciopero dei dipendenti diretti della Composad” ha voluto precisare Rosati. Oltre al rischio delle tredicesime riscosse, poi superato ad inizio anno, si sono aggiunte le minacce degli esuberi (sino a 70) e il lavoro obbligatorio per tutti i sabati, arrivando anche a turni di 12 ore al giorno. Giungendo all’introduzione di un sistema di flessibilità estremamente duro e radicale.

Al tentativo di regolamentare la flessibilità e di riconoscere da parte dell’Ati tutti tutti gli aspetti dell’accordo del 2016 compreso il pagamento delle ore non lavorate da settembre a dicembre, non vi sarebbe stata alcuna apertura iniziale soffocata addirittura dalla proposta di azzeramento delle attuali indennità e premi per circa 95 addetti. Davanti a una simile situazione, il clima si sta ovviamente surriscaldando, caricando i lavoratori con ulteriori spinte a far valere i proprio diritti. Dopo aver ritenuto poco serio il fatto che la Cgil abbia firmato separatamente l’accordo, il sindacato dei Cobas sottolinea che il rischio di un fallimento della cooperativa sia imputabile ad una cattiva gestione e sopratutto per il sistema degli appalti che giocano sul massimo ribasso, causando poi vere e proprie catastrofi sociali.

Ros Pis

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