Cultura

Quanto è contemporaneo il Caravaggio: Sgarbi ipnotizza lo Zenith tra cultura e attualità

Sgarbi non ha deluso: indubbiamente colto e preciso nel raccontare i dettagli, a suo modo geniale nei rimandi intessuti, su tutto quello con Pasolini come alter ergo, 350 anni dopo, di Michelangelo Merisi detto Caravaggio, e sferzante nella vis polemica sui temi più attuali.

CASALMAGGIORE – Piazza Garibaldi esaurita, con il “listone” usato come parcheggio come avviene sempre a Casalmaggiore, con i grandi ospiti. Poi una lezione di due ore e mezza su Caravaggio, raccontato senza pesantezza, anzi con inseriti polemici, come si conviene al personaggio, e con tanta ironia, spesso anche dura, sulla contemporaneità e sui suoi mali.

Il pubblico casalese, che ha affollato i mille posti a disposizione del cinema teatro Zenith, si aspettava questo Vittorio Sgarbi e non è rimasto deluso: indubbiamente colto e preciso nel raccontare i dettagli, a suo modo geniale nei rimandi intessuti, su tutto quello con Pasolini come alter ergo, 350 anni dopo, di Michelangelo Merisi detto Caravaggio, e sferzante nella vis polemica sui temi più attuali: dalle unioni civili, criticate pesantemente ma non per un attacco all’omosessualità, bensì perché collegate al matrimonio, definito come un’istituzione-fregatura da Sgarbi; al terrorismo islamico, ispirato ad una religione definita di morte e paragonata alla religione di vita del Cristianesimo; alla politica italiana, con attacchi in particolare a Virginia Raggi ma anche alla giurisprudenza che si interessa troppo di pruderie, con riferimenti a Berlusconi, oltre che al primo Umberto Bossi, paragonato a Ezechiele Lupo.

Difficile, anzi impossibile, scindere le due anime del personaggio Sgarbi, che ormai ha fuso questo originalissimo spirito narrativo, che al contempo fa notizia e scalpore, oltre che fare pensare e acculturare. Caravaggio come inventore e genio precursore, anche della fotografia e del cinema. Caravaggio padre del realismo pittorico, collegato al neorealismo di Pasolini, appunto, e dei suoi ragazzi di vita, Caravaggio tormentato figlio del popolo, tra prostitute e prostituti e grande povertà. Reinventando ancora l’iconografia classica religiosa, con soggetti ripresi proprio dalla plebe e dal basso volgo. Un pittore vissuto tra 1500 e 1600 e che pure fa parte del Novecento, come Sgarbi ha ripetuto, perché nel nostro secolo è stato riscoperto.

Sostenendosi scenograficamente al bastone appartenuto ad Alberto Moravia, regalatogli da un regista, Sgarbi ha così intrattenuto il pubblico per due ore e mezza, con intermezzi musicali regalati dall’ispirato Valentino Corvino e il lavoro del visual artist Tommaso Arosio, che ha animato i più famosi quadri del Caravaggio. Senza scordare alcuni riferimenti a Casalmaggiore, in particolare al Parmigianino, morto proprio in fuga nel comune casalese. Al termine dello spettacolo Sgarbi ha firmato copie del proprio libro “Dall’ombra alla luce” e poi, prima di una cena frugale con il suo entourage, ha visitato la Galleria d’Orleans della famiglia Bocchi, una delle tappe fisse quando è a Casalmaggiore. Dove, peraltro, come il sindaco Filippo Bongiovanni ha ricordato con una foto su Facebook, era stato per una visita notturna il 23 marzo 2015, esattamente due anni prima del suo spettacolo di giovedì sera.

Giovanni Gardani

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