Ecopay Connect, progetto innovativo per il Parco Oglio Sud: quanto vale l'ecosistema?
Ecopay Connect è lo strumento per portare avanti proprio questo progetto condiviso, un sistema di partecipazione esteso a più soggetti e sostenuto anche dalla Regione, che con la legge 70 non a caso sta spingendo per facilitare queste azioni collettive.
CALVATONE – Una nuova prospettiva, una nuova visuale sul corridoio ecologico del Parco Oglio Sud, la cui sede operativa è a Calvatone, nel Casalasco, per vedere l’ambiente come una risorsa e anche come una possibilità per fare economia, iniziando a familiarizzare con termini sin qui sconosciuti come ad esempio i pagamenti per Servizi Ecosistemici.
Di tutto questo si è parlato in un importante convegno proprio a Calvatone, venerdì mattina: un workshop, per usare il termine tecnico più corretto, iniziato alle ore 10 e che ha a che fare col progetto “Ecopay Connect Oglio Sud”. Tutto parte dall’importanza delle azioni collettive, ossia di attività che prevedano lo sforzo non sono degli enti come Regione e Comuni, ma anche di Fondazioni, imprese, agricoltori e soprattutto utenti, ovvero cittadini. “Più siamo meglio è, anche perché – è stato spiegato dai relatori – se un percorso è condiviso è anche più semplice accedere a fondi regionali o europei”.
A presentare il progetto, che ha alle spalle sei mesi di lavoro anche perché cofinanziato da Fondazione Cariplo e appoggiato dal Gal Oglio Po, sono stati Fabrizio Malaggi del Parco Regionale Oglio Sud, Alessandro Leonardi e Riccardo Da Re di Etifor e la professoressa Paola Gatti del Dipartimento TESAF dell’Università di Padova. Con loro erano presenti anche Alessandro Bignotti, presidente del Parco Oglio Sud, Paolo Siccardi di Fondazione Cariplo, Diego Florian di Fsc Italia e Stefano Alquati, presidente del Gal Oglio Po. “Siamo partiti – è stato illustrato – analizzando i problemi del Parco Oglio Sud, le sue criticità e successivamente le possibilità di intervento, con una scala di priorità e di urgenze. Tra le prime soluzioni, se si tratta di mantenere e rinforzare biodiversità ed ecosistemi, abbiamo pensato a interventi naturistici che riguardino le lanche, la creazione di siepi e filari, una pioppicoltura responsabile e la riforestazione della fascia riparia”. Resta inteso che la zona interessata è solo per 50 ettari di proprietà del Parco Oglio Sud, mentre 12mila ettari sono in mano a privati, come civili o aziende: per questo è importante includere più soggetti nel progetto.
Molto interessante la quantificazione economica del valore del Parco Oglio Sud, che per gli ecosistemi qui ospitati è attestato tra gli 11 e i 18 milioni di euro l’anno: di questi, nel dettaglio, 1.8 milioni di euro l’anno è il valore del servizio idrico fornito, 1.5 milioni quella della depurazione dai nitrati, 0.2 milioni l’assorbimento dell’anidride carbonica, 0.2 milioni quello legato alla biodiversità e 0.3 milioni il valore del prodotto dal punto di vista turistico.
Dopo avere dunque concretizzato una visione anche economica del parco, il progetto da portare avanti è stato esposto agli agricoltori che qui hanno appezzamenti, cercando con loro di risolvere problemi e di ascoltare esigenze in particolare nelle pratiche di gestione. Ebbene, Ecopay Connect è lo strumento per portare avanti proprio questo progetto condiviso, un sistema di partecipazione esteso a più soggetti e sostenuto anche dalla Regione, che con la legge 70 non a caso sta spingendo per facilitare queste azioni collettive.
Scopo dell’iniziativa è quello di deframmentare l’habitat, migliorare la qualità delle acque, attuare interventi di conservazione faunistica e attività divulgative. “Facendo sistema, i finanziamenti integrati – è stato detto – arrivano dall’Unione Europea, dalla Regione Lombardia, da Fondazione Cariplo, ma anche da imprese e dagli stessi cittadini, che possono partecipare, nella nostra idea progettuale, con raccolte fondi anche tramite il portale on line. Ogni intervento, infatti, deve passare necessariamente da un preciso piano finanziario, come già accaduto per le Aree Natura 2000 nel progetto Life degli anni scorsi”.
La Regione Lombardia, peraltro, sta scegliendo tre diversi casi pilota e uno di questo potrebbe essere proprio il Parco Oglio Sud, che si è già candidato come buona pratica regionale: se l’investimento regionale sulle varie aree per la governance e la gestione ammonta a 20 milioni di euro, la Fondazione Cariplo da quest’anno è pronta a finanziare con una quota che va da 450mila a 750mila euro i progetti che contengano servizi ambientali. Le proprietà private avranno un ruolo fondamentale nel garantire un livello adeguato di erogazione di Servizi Ecosistemici portando benefici alla società. Per riconoscere questo ruolo molto importante ed anche oneroso si sta quindi decidendo di trovare forme adeguate di indennizzo per l’impegno che i proprietari, che mettono a disposizione le aree, si assumono attraverso costi diretti, indiretti e mancato reddito. Vi è altresì la possibilità di acquistare uno o più Servizi Ecosistemici per mezzo di fornitori in grado di garantirne l’erogazione per una lunga periodicità.
Già, ma cosa si intende per pagamenti dei Servizi Ecosistemici? Per il Veneto è stato portato l’esempio della ricarica delle falde, ma in generale per garantire queste forme di pagamento serve, inevitabilmente, che vi siano acquirenti interessati al servizio e fornitori in grado di fornirne l’erogazione. In questo modo si andrà verso una forma di economica circolare: “Si avrà un fondo collettivo dedicato al Parco per creare questi servizi – è stato detto – ma l’investimento sarà restituito alla comunità grazie al pagamento degli stessi servizi ambientali da parte di chi ne usufruirà”. Così ogni investimento futuro per garantire e tutelare la biodiversità del parco verrà quasi totalmente ripagato da questi servizi offerti.
Chi ne beneficia? I 56.530 abitanti dei comuni che ruotano attorno al Parco Oglio Sud, le famiglie che potrebbero vivere il parco con nuove attività e mostre, i bambini che potrebbero essere coinvolti con le scuole, e ancora sportivi, archeologici o fotografi: le più svariate categorie, insomma. Senza scordare un passaggio fondamentale, ossia la creazione di un’immagine di marketing responsabile, immagine cioè autentica e non solo di facciata, che può coinvolgere le aziende che vivono il parco e dunque hanno un legame del territorio: a queste saranno garantiti sgravi fiscali, così che ogni investimento fatto per il parco possa risultare persino conveniente per la stessa attività d’azienda.
Rosario Pisani-Giovanni Gardani