Bimbo diabetico, la dirigente e alcune mamme difendono l'istituto: "Protocolli rispettati"
Risulta dunque indispensabile per fare chiarezza sulla correttezza del comportamento dell'Istituto e del corpo docenti, che viene più volte indebitamente messo in dubbio dal racconto. L'alunno della classe IV B cui si fa riferimento è ben inserito nel contesto scolastico
VIADANA – L’Istituto Comprensivo di Viadana difende il proprio operato nei confronti del figlio di Maurizio Gilletta, il papà che aveva scritto una lettera per denunciare che il figlio non era debitamente seguito. Questa la risposta integrale della dirigente Scolastica Angela Graziani, lettera che come la prima, pubblichiamo integralmente: “Le scrivo in riferimento all’articolo Scuola elementare Vanoni, genitore denuncia: “Mio figlio diabetico, alunno di serie B” pubblicato martedì 21 febbraio a sua firma sul portale Oglio Po News. Sono rimasta molto sorpresa nel leggere alcuni passaggi della lettera che lei afferma essere del genitore Maurizio Gilletta e che la sua testata ha deciso di pubblicare integralmente, senza una previa verifica dei fatti riportati. Il mio intervento, come dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Vanoni di Viadana, risulta dunque indispensabile per fare chiarezza sulla correttezza del comportamento dell’Istituto e del corpo docenti, che viene più volte indebitamente messo in dubbio dal racconto. L’alunno della classe IV B cui si fa riferimento è ben inserito nel contesto scolastico, con buon risultati in tutte le discipline. Per gestire le questioni relative al suo stato di salute (Diabete mellito di tipo 1), dal lunedì al sabato, dalle ore 8:00 alle ore 10:30, è seguito da un Assistente Ad Personam. Nelle ore successive, dalle ore 10:30 alle ore 12:30, sono le insegnanti che tengono sotto controllo l’andamento glicemico dell’alunno, al quale da anni è stato impiantato un microinfusore che, tra l’altro, monitora automaticamente con continuità i livelli di glicemia nel sangue ed emette suoni quando i valori rilevati non sono nel normale range. La rilevazione tramite stick è aggiuntiva, a seguito di allarme segnalato dall’apparecchio. Anche in presenza dell’Assistente Ad Personam, alla madre dell’alunno è stato sempre permesso di entrare nell’ambiente scolastico, di sua iniziativa, con la motivazione di controllare il figlio (pratica non necessaria né dovuta da parte della scuola, ma accordata per spirito di collaborazione). l rapporti con le insegnanti di classe e delle altre classi del plesso sono sempre stati ottimi. Le visite della madre dell’alunno si sono moltiplicate ingiustificatamente e hanno pesantemente interferito con il regolare svolgimento delle lezioni di tutti gli allievi, costringendo la scuola a placare il disagio e le polemiche di alcuni insegnanti del plesso e genitori della stessa classe IV B. All’alunno era stata riservata per le prove glicemiche la Sala Insegnanti dei locali dell’ex Pretura. Tuttavia lo spazio è normalmente adibito alle attività di recupero e potenziamento degli alunni. Da qui la necessità di trovare un’alternativa per evitare sovrapposizioni e garantire la privacy di alunni e docenti. Verso la fine della settimana scorsa, per la prima volta dall’inizio dell’anno scolastico, la mamma dell’alunno è stata dunque invitata a fermarsi in locale diverso, adiacente le classi, che la signora aveva dichiarato alla collaboratrice scolastica di suo gradimento, per non interrompere con la sua presenza le lezioni. Nel corso della mattinata dello stesso giorno, la signora è tornata per la seconda volta a scuola, con la richiesta di portare a casa il figlio, dopo aver fotografato e diffuso le foto del locale precedentemente utilizzato. La signora avrebbe ben potuto scegliere di servirsi dello spazio di anticamera a quella stanza, ampio, pulito, arieggiato ed illuminato, anziché entrare nel locale che ha poi fotografato. Mi preme precisare che il caso di questo alunno, come quelli di altri studenti legati a condizioni specifiche che necessitano sorveglianza o assistenza, è regolarmente inserito nelle pratiche che la scuola mette in atto per garantire la sicurezza dei ragazzi. È inoltre mio dovere specificare alcuni punti relativi all’episodio di ipoglicemia citato nella lettera da voi pubblicata. Per la somministrazione scolastica di farmaco salvavita è indispensabile la richiesta scritta e firmata dei genitori, da rinnovare ad ogni anno scolastico, accompagnata da certificato medico e completata dalla consegna alla scuola, verbalizzata, del farmaco stesso: elementi all’epoca tutti mancanti. Gli insegnanti presenti e l’Assistente ad Personam (quest’ultima molto impaurita) avevano messo in sicurezza il ragazzo chiamando il 118 e avvisando immediatamente i genitori come da procedura. L’alunno è stato poi affiancato da una nuova Assistente Ad Personam per garantire maggiore freddezza e capacità di intervento in caso di necessità. L’istituto comprensivo Vanoni ha da tempo adottato (vedasi sito ufficiale di Istituto) il protocollo della Regione Lombardia per la somministrazione farmaci in ambito scolastico, e vi si attiene con scrupolo; docenti, collaboratori scolastici ed Assistenti ad Personam sono addestrati per seguire questo ed altri casi specifici conosciuti e già inseriti nelle quotidiane pratiche di gestione. Collaborazione, sostegno e integrazione fanno parte dello spirito della nostra scuola. Ogni accusa di discriminazione è quindi respinta con forza e supportata da comportamenti e azioni virtuose. Nell’ottica di una sempre corretta informazione al pubblico e nel rispetto delle professionalità che quotidianamente prestano servizio presso l’Istituto comprensivo Vanoni, la saluto cordialmente”. Anche alcuni genitori (si firmano un gruppo di mamme) hanno voluto manifestare solidarietà all’insegnante. Questa la loro lettera: “Siamo un gruppo di mamme della IV B dell’Istituto Comprensivo Vanoni e, dopo aver letto l’articolo sul bimbo diabetico, vorremmo esprimere la nostra piena fiducia nella docente. Conoscendo la maestra professionalmente e personalmente, sappiamo che nel corso di questi quattro anni si è sempre mostrata non solo appassionata del proprio lavoro, a cui si è dedicata con grande generosità, ma anche attenta e scrupolosa dal punto di vista umano, inoltre ha sempre accolto con affetto tutti i bambini della classe, indistintamente. Per questo le siamo riconoscenti”.
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