Cronaca

Autocostruzione: nessuna novità dopo l'incontro tra Bongiovanni e "Sotto il Tetto"

Una soluzione suggerita potrebbe essere quella di trasformare le case ancora sfitte in alloggi popolari. In mancanza di fondi per completare gli appartamenti non ancora terminati, però non c'è nessuna nuova prospettiva all'orizzonte per l'insediamento di Vicomoscano.

CASALMAGGIORE/VICOMOSCANO – Nulla di fatto per la Cooperativa “Sotto il Tetto”. Nei giorni scorsi il sindaco Filippo Bongiovanni ha incontrato una delegazione di residenti di Vicomoscano nel cui territorio anni fa venne iniziato il progetto di “autocostruzione” permettendo agli aspiranti proprietari di case di realizzare la propria dimora sfruttando il tempo libero e risparmiando sui costi finali. Per molti di loro il sogno ha trovato realizzazione ed oggi si ritrovano proprietari  di abitazioni acquistate con mutuo agevolato erogato da Banca Prossima. Il problema rimane però per due o tre appartamenti vuoti oltre alla famosa “tripla abitazione” che ha scatenato un fiume di polemiche per l’ipotesi di adibirla ad accoglienza  profughi. L’incontro con il sindaco e l’assessore ai lavori pubblici Leoni, a detta dei partecipanti, non ha prodotto alcun risultato, se non quello di ribadire la mancanza di volontà dell’attuale Amministrazione a mettere mano ad un progetto iniziato con l’era Araldi e proseguito con Toscani. In realtà sindaco e vicesindaco hanno sottolineato di aver studiato a fondo la questione  arrivando alla conclusione che non ci sono soldi a disposizione, senza considerare poi gli ostacoli burocratici. Una soluzione suggerita potrebbe essere quella di trasformare le case ancora sfitte in alloggi popolari, ma il Comune non può andare oltre lo stilare una lista dei possibili “inquilini”. Rimane quindi irrisolto il problema economico derivante dal fatto che una parte di quegli alloggi deve ancora essere completata, (diversi sono ancora privi dei pavimenti e dei sanitari e qualche infisso si è …volatilizzato). Inoltre ci sono due inquilini stranieri che non pagano l’affitto e i cui alloggi restano occupati o chiusi a chiave. Qual è dunque la prospettiva? Per ora nessuna, ma con la spada di Damocle dell’Istituto bancario, a causa di qualche morosità, si decida a mettere all’asta una parte dell’immobile con grave danno per tutti. L’altra soluzione, quella dei profughi, forse sarebbe la più remunerativa ma, visto il vespaio di polemiche sollevato dall’interessamento da parte di un imprenditore viadanese, nessuno più osa riproporla

Rosario Pisani

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