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Andrea Caffara, premiato per il fair play: chiama arbitro e ammette un fallo da rigore

"La mentalità - spiega Gianfranco Bellini - é questa: ora siamo contenti delle finali, ma andranno come andranno. Che vincano o che perdano l'importante è che i ragazzi si divertano e imparino qualcosa in più. In fondo, con gesti e premi come questo, abbiamo già vinto in partenza"

POMPONESCO – In un calcio che spesso diventa messa in scena, in cui non sempre vince il più forte ma ha buona possibilità di prevalere il più furbo – o chi ha i soldi per essere migliore – una piccola storia di periferia può – anzi deve – fare notizia. Soprattutto quando è la storia di un bambino cresciuto in una società sana, che fa dell’attività giovanile il fiore all’occhiello del proprio essere. Andrea Caffara, classe 2005, è capitano degli esordienti. Un ragazzino cresciuto a pane e calcio, che quando non gioca al campo corre dietro ad un pallone all’Oratorio. “Un adulto, come testa, nel corpo di un ragazzino – lo descrive Gianfranco Bellini, anima della Polisportiva Pomponesco – difensore centrale vecchia maniera, capitano a tutti gli effetti. Timido di carattere, ma quando è in campo si trasforma”. Gli esordienti 2005 hanno un trio di eccezione a seguirli. Responsabile tecnico è Rocco Condello, centrocampista tutta energia e bandiera della prima squadra. DS Luca Piccoli e – in panchina – il papà Francesco Caffara. Gli esordienti si sono aggiudicati il proprio girone nel torneo Mario Ganda, con la possibilità di disputarsi le fasi finali in programma sabato prossimo a Bagnolo San Vito. In una delle partite (vinta poi 4 a 2) Andrea spiega all’arbitro di aver commesso un fallo in area con un suo intervento. Intervento che viene – a seguito della sua ammissione di colpa – punito con un rigore. Alla fine “Per essersi contraddistinto con un gesto di grande sportività” Andrea viene premiato con un cartellino verde, una green card. “In un calcio che spesso arriva ad essere ai limiti della sportività e dove conta solo ed esclusivamente il risultato finale, purtroppo anche nel mondo giovanile, ci sembra giusto premiare non un gesto ordinario come un gol, una parata o una giocata difficile ma un gesto speciale e soprattutto esemplare”. Un risultato che al di là dello stesso Andrea e dei suoi familiari rende orgogliosa anche la società: “E’ il gruppo più grande dopo la prima squadra quello degli esordienti 2005 – prosegue Bellini – un gruppo di ragazzini con la testa sulle spalle. Non mi prendo i meriti: è vero, nella Polisportiva Pomponesco ci sono regole che vanno rispettate e tutti i premi Fair Play che ci siamo aggiudicati negli anni dimostrano che un ruolo educativo lo svolgiamo anche noi. Ma gran parte del merito va ai genitori e alle famiglie che accompagnano i nostri ragazzi a fare calcio. Spesso si sente dire che il calcio non può avere un ruolo educativo: questa è la dimostrazione del contrario. Questo è un bell’episodio che, nonostante le difficoltà che ci sono (di natura economica, come tutte le realtà sportive che risentono della crisi, ndr), ci rende particolarmente orgogliosi. La mentalità é questa: ora siamo contenti delle finali, ma andranno come andranno. Che vincano o che perdano l’importante è che i ragazzi si divertano e imparino qualcosa in più. In fondo, con gesti e premi come questo, abbiamo già vinto in partenza”.

Nazzareno Condina

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