Cronaca

Tenda di Cristo, la madonna eritrea illumina la notte santa degli ultimi

Padre Francesco, durante l’omelia, ha preso spunto dalla mangiatoia di paglia e fieno dove Gesù bambino era nato per giungere alle mangiatoie attuali dove una società mai sazia continua ad approvvigionarsi a discapito dei più deboli.

2SAN GIOVANNI IN CROCE – Una Madonna inedita quella che ha reso cosi suggestiva e particolare la Vigilia di Natale alla Tenda di Cristo 2 a San Giovanni in Croce. A interpretare un ruolo cosi importante, ad impersonificare colei che a mezzanotte avrebbe dato alla luce il Salvatore, Padre Francesco ha voluto una giovane profuga scappata dall’Eritrea e giunta in Italia su uno di quei tristemente famosi barconi spesso autentiche scialuppe di morte. Una ragazza dai cui bellissimi occhi neri ancora traspare la paura, l’incertezza e la diffidenza, nonostante si sforzino di sorridere. Il Frate Camilliano l’ha accolta assieme ad una sorella in stato interessante e un bambino di 4 anni presso Casa Paola assieme a tanti altri profughi e la vigilia di Natale l’ha inserita nella meravigliosa cornice di una specie di presepio vivente, tra San Giuseppe, interpretato da un altro ospite della struttura e un giovane asinello che non ha mancato di far notare la partecipazione con ripetuti ragli. Una Messa seguitissima quella officiata nella stalla della struttura iniziata a mezzanotte in punto e seguita da molta gente tra cui persone giunte da lontano. Ad accompagnare il rito piacevoli musiche con chitarra, percussioni, tastiera e voci. Padre Francesco, durante l’omelia, ha espresso alcuni pensieri per certi tratti abbastanza forti prendendo spunto dalla mangiatoia di paglia e fieno dove Gesù bambino era nato per giungere alle mangiatoie attuali dove una società mai sazia continua ad approvvigionarsi a discapito dei più deboli e disagiati.

Rosario Pisani

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