Cronaca

Oglio Po, sul Punto Nascite due ore di discussione in consiglio e fronte comune

Bongiovanni ha spinto, cogliendo l’ok delle altre forze politiche, perché nel documento da inviare in Regione venisse evidenziato il fatto che Oglio Po è un ospedale di confine e dunque, come spesso accade, perdere numeri significa farlo a vantaggio di altre regioni. L’emendamento è stato inserito, poi voto unanime.

CASALMAGGIORE – Come previsto il primo punto all’ordine del giorno del consiglio comunale di Casalmaggiore, martedì sera, è stato quello sul Punto Nascite dell’ospedale Oglio Po, anticipato rispetto alla scaletta dell’ordine del giorno con voto unanime. Alla fine di oltre due ore di dibattito è emersa una volontà comune di difendere il presidio di Vicomoscano, importantissimo per Casalmaggiore e per il territorio e di potenziarlo, come richiesto espressamente dal documento letto dal dottore ed ex vicesindaco Luigi Borghesi, dopo che un emendamento è stato inserito poi in corso di dibattito.

Inclementi sono i numeri. Basterebbe partire da quelli per fare una disamina su quanto – a livello di personale – l’ospedale abbia perso in termini di potenzialità. Perché – relativamente al punto nascite dell’Oglio Po, punto all’Ordine del Giorno del Consiglio Comunale – passare da otto ginecologi più un primario a cinque fa la sua bella differenza. Anche nel merito della questione del minimo di nascite per garantirne – e senza deroghe – la sopravvivenza. Perché se poi tutti parlano di salvezza e al contempo l’ospedale viene impoverito, le parole rischiano di restare davvero tali. Segnali di fumo, e nulla più.

Ad aprire la discussione sono stati proprio due medici. Prima di Borghesi, Claudio Toscani ha spiegato che i nati sul territorio sono 800 l’anno, ma all’Oglio Po si registrano 440-460 parti, numero di poco inferiore a quota 500 richiesta per tenere aperto il Punto Nascite senza deroghe. Il numero di ginecologi è diminuito, concetto da non sottovalutare, anche se, secondo Toscani, con una buona organizzazione si può tranquillamente arrivare a gestire 600 parti l’anno. “Tre dati – ha spiegato il dottor Toscani – nell’ambito del distretto Oglio Po 800 nascite, e quindi c’è una realtà netta di possibilità di tornare a quante erano le nascite al nostro ospedale. I ginecologi sono diminuiti da 8 a 5 ed essendo matematico che ogni ginecologo segue da 60 a 80 pazienti è quasi matematico che i parti siano scesi da 600 a 400. Considerando poi il fatto che i 5 si devono dividere comunque i turni è logico che non abbiano velleità di farsi straordinari per prestare altro servizio. Dal 2014 siamo in deroga e in effetti la deroga è stata ottenuta anche perché l’azienda elenca i vari pregi sia alberghieri sia specialistici nel seguire le gravidanze nell’attesa, nel ricovero e nelle problematiche possibili. A livello locale per riconquistare qualche ambulatorio sia pubblico che privato per riprendere in carico le partorienti, noi non ce ne siamo accorti si dà per scontato che nei parametri non si rientrerà senza fare alcun sforzo per rientrarci, e questo dal 2014. I ginecologi vanno in pensione e la loro esperienza scompare con loro. E in tre anni nessun potenziamento o sostituzione. Ma neppure nessun progetto realistico se non stare a guardare, governo e regione che si palleggiano il cerino della sopravvivenza. Se si comincia così questa parvenza di autonomia dell’Oglio Po con l’ambito territoriale, non è che siamo contenti, anzi. Il lavoro nell’associazione. Al consultorio di Viadana vengono dal Poma, a Casalmaggiore vengono da Parma”. Poi un elenco di quanto fatto dall’associazione e di quanto previsto in futuro. L’elenco ha fatto emergere altre criticità. Quelle ad esempio dell’ecografia di secondo livello “Un esame – ha sottolineato il dottor Toscani – che ad Asola fanno due volte alla settimana e a Casalmaggiore una volta quando il medico vuol venir giù. C’è sempre questa cosa non ben definita e non ben strutturata che non guarda al futuro. Nella convinzione che più disponibilità possa migliorare i numeri visto che la struttura è valida. Sperando che si sia ancora in tempo per costruire e che il cerino lo si lasci a noi, ancora acceso”

Tale progetto è stato illustrato dal dottor Borghesi, che ha ricordato come la Regione Lombardia abbia garantito la deroga per otto dei nove Punti Nascite in Regione dove si registrano meno di 500 parti. L’Oglio Po è al suo quarto anno di deroga e la situazione inizia a divenire pericolosa. “Sono qui in rappresentanza del Comitato di cittadini che in un anno e mezzo si è mosso per raccogliere firme a difesa e a rilancio dell’Oglio Po che è una realtà che è stata voluta dalle amministrazioni di Casalmaggiore, di Viadana e di Bozzolo 30 anni fa e questa è una ricchezza per la nostra realtà territoriale. Il nostro è l’unico ospedale per acuti presente sul territorio. In questa struttura c’è un punto nascita che ha tutte le sicurezze legate al fatto che questo è un ospedale per acuti. Il territorio dell’ambito casalasco viadanese di riferimento ha circa 800 nascite l’anno. Di queste solo 400 avvengono all’Oglio Po e questo è avvenuto gradualmente, mettendo in difficoltà l’ospedale. Dal 2013 siamo andati sotto ai 500 parti per anno. Il progetto per ottenere la deroga è stato sottoposto al Comitato Percorso Nascita Regionale e poi Nazionale – ha spiegato Borghesi – ma voglio ricordare anche che il nostro ospedale ha ottenuto parere favorevole dalla Joint Commission International e che molto parti avvengono a Cremona solo perché si verificano situazioni di emergenza per il bimbo o per la mamma. Da qui è stato proposto il turn over di personale tra Casalmaggiore e Cremona, nei cosiddetti casi di Trasporto in utero. In pratica, la mamma partorisce a Cremona, dove si trova una Unità di Terapia Intensiva Neonatale, ma la pratica inizia proprio in Oglio Po, pur non essendo conteggiato il parto”.

Ricordato che la riduzione della natalità è diffusa a livello nazionale e che il documento proposto da Borghesi prevede, in primis, un potenziamento, anche a livello di personale, del presidio, il sindaco Filippo Bongiovanni ha poi preso la parola: “Non dobbiamo lanciare messaggi negativi e fare microbattaglie tra di noi. Ricordo quando si parlò di creare un’unità unica con Viadana sotto l’Oglio Po: tutti i sindaci mantovani, tranne quelli di Viadana e Commessaggio, votarono contro questa proposta. Se passa il messaggio che l’Oglio Po è un ospedale poco attrezzato, allora rischiamo di perdere numeri che vanno invece rilanciati. Gli incontri ci sono stati, con il presidente Maroni, con il consigliere Malvezzi, con l’assessore Gallera e abbiamo ricevuto rassicurazioni sui primariati, come quello di Chirurgia, oltre che sul fatto che Oglio Po resterà ospedale per acuti. Per quanto concerne l’aggregazione dei Punti Nascite, preciso che il presidente della Regione Maroni ha difeso i piccoli centri, andando contro la proposta di aggregazione e chiusura”. Il primo cittadino non è voluto entrare direttamente nella polemica che ha visto contrapposti l’assessore Regionale Fava e i Comitati dell’Oglio Po anche se nella ricostruzione dei fatti ha messo in evidenza sia il lavoro in ambito regionale che quello in ambito locale, pur constatando che un parere negativo sul punto nascite a livello nazionale sul punto nascite sarebbe un bel macigno sull’ospedale “Un parere negativo dei tecnici nazionali, con questa volontà nazionale di chiusura, cosa porterebbe?”. L’ospedale e i comitati hanno fatto la loro parte, e la Regione ha chiesto il mantenimento in deroga. La proposta aggiuntiva, è “Avvisare Regione Lombardia che questo è ospedale di confine. Che se chiude il punto nascite è probabile che chi deve partorire lo vada a fare fuori regione, con aumento di costi per la Regione”.

Il consigliere Orlando Ferroni ha precisato che, tra i problemi, si inserisce anche quello dell’aumento del numero di aborti (dato smentito però da Borghesi) e della riduzione del personale (da 8 a 5 unità in Ginecologia): “Una trave nell’occhio. C’é necessità di fare una campagna contro gli aborti. Interessante l’idea delle borse di studio promossa dagli amici dell’Oglio Po. Potrebbe essere questa la possibilità di portare giovani ginecologi a lavorare qui. Visto che la politica non porta qui nulla se non gran tagli”, mentre Pierluigi Pasotto di Casalmaggiore la Nostra Casa ha ricordato che il numero di parti cesarei in Lombardia è in aumento dell’80%, anche se sono aumentati gli ingressi nelle cliniche private. “”Sto contando fino a dieci per quanto detto da Ferroni. Negli ultimi vent’anni in Lombardia, lei è amico dell’ex assessore Mantovani, c’è stato un aumento dei parti cesarei pari all’80%, come se in Lombardia nessuna donna riuscisse a partorire naturalmente e al contempo c’è stato un aumento esponenziale del DRG e dell’accreditamento delle cliniche private. Lei che è un fine matematico associ i due dati. Lombardia era al 46%. Ne parli con Mantovani e si faccia spiegare il perché”. Pasotto ha ringraziato per il lavoro di Toscani e Borghesi, che hanno dimostrato un fortissimo attaccamento al territorio. “Fermo restando che la difesa politica fatta dal sindaco ci può stare. Ma l’allarme non salta fuori dal fatto che lo dica Pasotto o il fruttivendolo, ma salta fuori dal fatto che c’è stata una persona all’interno del consiglio regionale che ne ha sottolineato il rischio prima ancora che il comitato nazionale si esprimesse. E’ vero che non si deve fare allarmismo e non ne è mai stato fatto uno in consiglio sull’ospedale. Perché riconosco le responsabilità. E la Regione ne ha. La chiusura del punto nascite, molto semplicemente non ce lo possiamo permettere. Di rassicurazioni ne abbiamo avute tante, troppe. I dati però sono impietosi. I primariati da 9 son passati a 5. Da 77 medici siamo passati a 60. Due domande ce le dobbiamo fare. Quando venne Rossi a parlare di tagli lineari, i tagli furono fatti tutti su Casalmaggiore, e nessuno su Cremona. Lasciamo da parte l’antagonismo politico. Ma qui dove si sta? Stiamo arrivando a un punto di non ritorno. Perché un membro del consiglio Regionale parla di tinte fosche prima ancora che il Comitato nazionale si esprima? Ci viene il sospetto che le decisioni siano già state prese. Noi abbiamo tutto il diritto, come cittadini, di chiedere. Sarebbe una buona cosa che si lavorasse in rete tutti. Non ci sto più al gioco che bisogna dire che tutto va bene e poi sentiamo qualcuno che parla di tinte fosche. Se si parte da un primario e 8 medici e si arriva a un primario e 5 medici, poi non ci si può chiedere il perché calino le nascite. Stiamo perdendo servizi e stiamo perdendo il nostro potere a livello politico. Nella conferenza dei sindaci dell’ATS non abbiamo un sindaco del Casalasco. Chirurgia, ci rassicurano, sono due anni che ci rassicurano, ma quando lo fanno il primario? Io su questa questione non sono molto ottimista, lo dico chiaramente. Su questa questione c’è una divisione ultracampanilistica. Non possiamo aspettare con questa rassegnazione. Questo è un territorio che non ha molte alternative. E’ arrivato il momento della chiamata per tutti noi: o si sta da una parte o dall’altra. Non si può aspettare. Come cittadino e come contribuente sono molto scontento di come è stata gestita la questione ospedale. Perché poi ognuno può decidere lecitamente qualsiasi cosa, ma esigo che venga detto ai cittadini, perché questa è una questione di rispetto. Certi taccheggiamenti non li sopporto più”.

Stessi concetti espressi da Calogero Tascarella (CNC) che ha parlato delle rassicurazioni come di un “Sacco di balle”

Tutte le parti in causa hanno ringraziato i medici Toscani e Borghesi per il loro lavoro. Alessandro Rosa del Listone ha spiegato che “si comprende il valore di qualcosa quando questo viene a mancare. Io nel giugno 2013 ho rischiato di perdere mio padre per un infarto: se non ci fosse stato l’Oglio Po, lui sarebbe morto. I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dicono che i parti sono in calo, tuttavia la nostra zona è in controtendenza. Dunque è responsabilità politica di tutti firmare questo documento che impegna la Regione in un percorso concreto di rilancio del presidio”. Borghesi, rispondendo al consigliere Giuseppe Cozzini, ha spiegato che i dati forniti e indicati nel documento sono arrivati direttamente dai direttori delle aziende sanitarie Bellini e Rossi, dopo di che, su imbeccata di Pasotto, ha spiegato come “in Oglio Po si sia creato un ambito distrettuale, che rappresenta un unicum, diretto dal dottor Rosario Canino con un proprio budget a disposizione”.

Mirca Papetti (CNC) ha parlato di esigenza di potenziamento della struttura “Bisogna essere molto più tenaci ed insistenti rispetto a scelte in controtendenze. Il fatto di non cogliere opportunità di cavalcare l’onda di una struttura che a livello economico potrebbe crescere, è miope. Diminuiscono le figure professionali di alto livello”.  Poi ancora Francesco Ruberti, per la maggioranza: “Mi unisco ai ringraziamenti a Toscani e Borghesi. Condivido le lodi sull’Oglio Po, personalmente sono soddisfatto. Siamo qui riuniti per condividere un documento. Siamo preoccupati come persone e come consiglieri tutti sull’ospedale quanto voi. Non siamo contrari al documento. Qui dobbiamo far sentire tutti la nostra voce. L’allarmismo non porta niente di buono: siamo preoccupati anche noi. Su questa partita siamo assolutamente tutti uniti”. A Chiudere Borghesi: “E’ importante che il punto nascite venga tenuto aperto. Poi parleremo di cronoprogramma”. Ancora Toscani “Siamo a un pelo dai 500, ma perché dobbiamo andare a chiedere in giro? Il territorio ha potenzialità”. Serve un lavoro di rete anche con i medici di base. “Se i nostri medici di base e i consultori sponsorizzano le nostre strutture, siamo più che sufficenti e senza deroghe”. L’assessore Gianfranco Salvatore: “Mi riallaccio ai dati del consigliere Rosa. Se facciamo due conti veloci sono 60 nascite in meno. Da una parte siamo qui ad attrarre le donne che sono in attesa di partorire. Dall’altra parte ci sarà un calo se non cambia la politica sulla vita. Nel 2014 84 interruzioni volontarie di gravidanza. Nel 2015 sono state 89. Si può intervenire. Mi auguro davvero che ci sia un nuovo vento favorevole alla vita”.

Tre dunque i concetti emersi nel finale: Toscani ha rimarcato il fatto che i medici di ginecologia, nonostante il calo numerico del personale, possono seguire un numero di 600 partorienti, ben al di sopra della quota richiesta; lo stesso Toscani ha però chiesto aiuto ai medici di base “perché come accadeva una volta spesso il consiglio sull’ospedale dove andare a partorire può e deve partire da loro. A noi basta un incremento del 15-20%”; infine Bongiovanni ha spinto, cogliendo l’ok delle altre forze politiche, perché nel documento da inviare in Regione venisse evidenziato il fatto che Oglio Po è un ospedale di confine e dunque, come spesso accade, perdere numeri sui parti significa farlo a vantaggio di altre regioni (molte partorienti migrano infatti a Guastalla o Parma, in Emilia). L’emendamento è stato inserito, e sul finale Pasotto ha invitato il sindaco a convocare un’assemblea comune che preveda la presenza anche di medici di base, con il consiglio comunale a fare da collante. “E’ una buona idea, ma la proposta dovrebbe partire dal dottor Canino” ha spiegato Bongiovanni. Dopo di che il voto unanime del consiglio ha sancito un fronte comune sulla questione Punto Nascite dell’Oglio Po.

Giovanni Gardani / Nazzareno Condina

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