Cronaca

ANPI Casalmaggiore su scritte nazifasciste: "Comune, legalitarismo a senso unico"

"Non ci interessa come ANPI trasformare un venditore di magliette in un martire, ci interessa ribadire che le panchine imbrattate da scritte e simboli nazisti e fascisti sono ancora lì da vedere sull’ argine, assieme a scritte sull’asfalto, a pochi metri dalla lapide di un caduto partigiano".

CASALMAGGIORE – Un durissimo intervento quello dell’ANPI di Casalmaggiore, relativo alla mancata – secondo ANPI – applicazione della legge Scelba e della legge Mancino relativa al venditore di maglie inneggianti il duce presente in piazza Garibaldi in occasione della Fiera di San Carlo, ma soprattutto relativo alle scritte nazifasciste mai cancellate in giro per la città che fa del legalitarismo la propria bandiera.

Un intervento che richiama appunto le leggi: questo il testo integrale: “Dura ( e sottolineo dura) Lex. Sed Lex. Pare che i pruriti legalitari si orientino prevalentemente su soggetti terzi, meglio se poveri o deboli. Quando poi i reati o le violazioni di legge coinvolgono alcuni ambiti, il legalitarismo scompare. Per carità, non è la sede per analizzare la fenomenologia della percezione di reati di stampo mafioso o di tipo finanziario, ma l’ apologia di fascismo fa sicuramente parte di quella famiglia. Le disposizioni transitorie e finali della Costituzione vigente parlano chiaro. La legge Scelba e la legge Mancino ribadiscono, approfondiscono, specificano bene il concetto. Così, nel momento in cui si configura l’ apologia di fascismo, non viene trattata come reato, ma come opinione.

Tralascio le implicazioni psicologiche e le suggestioni dell’ uomo forte, le complicate dinamiche delle società di massa, il rifugio ideale in un’ Arcadia antistorica, perché di storico, nei luoghi comuni e nelle banalità, non c’ è nulla. Non ci interessa come ANPI trasformare un venditore di magliette in un martire di certo “libero pensiero”, tantomeno rispondere a polemichette da comari sui social network alla moda. Ci interessa ribadire che le panchine imbrattate da scritte e simboli nazisti e fascisti sono ancora li da vedere sull’ argine, assieme a scritte sull’ asfalto, a pochi metri dalla lapide di un caduto partigiano. Vi sono scritte, anche in giro per il paese, che evidentemente non deturpano, che non scandalizzano i forcaioli benpensanti.

Quelli che tutti ammazzerebbero, punirebbero, gaserebbero, come molti scritti virali da social testimoniano, qui tacciono. La legge, invocata con pugno di ferro in guanto d’ acciaio, non va applicata. Già perché l’Onore dell’ Italia, i Combattenti, i Caduti… la Patria e la Bandiera… E la legge? Già certo, le leggi razziali del ‘ 38, ad esempio. O le liberticide Leggi fascistissime, della seconda metà degli anni venti. Certe cose il mondo non le aveva mai viste, come la mafia le abbiam diffuse a macchia d’ olio. Prima gli Italiani, chioserebbe forse un odierno epigono dalla discutibile alfabetizzazione. Chissà un destricolo individual liberista ma nostalgico come vivrebbe bene in quei bei tempi andati quando fare quello che pareva non era consigliabile.

Ma tant’ è , almeno i treni arrivavano in orario, anche quelli per luoghi i cui nomi terribili pesano sulla coscienza dell’ Europa, e dovrebbero pesare pure sulla coscienza di chi compera certe magliette. Oggi è il 4 novembre, così recita una parte del manifesto sottoscritto da tutte le associazioni combattentistiche:
FESTA DELL’UNITÁ NAZIONALE. I Combattenti, Decorati al Valor Militare, Congiunti dei Caduti, Mutilati ed Invalidi di Guerra e Vittime Civili di Guerra, Protagonisti della Guerra di Liberazione e della Resistenza, Reduci dalla Deportazione, dall’Internamento e dalla Prigionia, RICORDANO quanti, con fedeltà ed appassionata dedizione, sacrificarono la loro esistenza o provarono immani sofferenze per una Italia libera, democratica, pacifica e indipendente e di nuovo protagonista rispettata nella comunità internazionale; RIVIVONO l’orgoglio del popolo italiano che ha portato con la lotta al nazifascismo, alla riconquista dell’indipendenza nazionale, della libertà e della democrazia; PERSEVERANO nell’azione volta a trasmettere alle nuove generazioni gli alti ideali e i limpidi valori insiti nella memoria di quegli eventi che hanno caratterizzato la storia dell’Italia.

Bello vero? Solo che domenica 6 abbiamo sfilato proprio li davanti, con le associazioni che hanno sottoscritto il documento. Opportuno vero? Davanti ascritte inneggianti al fascismo e a simboli nazisti. Durante la manifestazione del 25 Aprile, sul palco, davanti ad alcune decine di cittadini, al signor Sindaco è stato consegnato un documento, elaborato dall’ ANPI e dall’ Istituto Cervi. Questo documento è stato consegnato al Presidente della Repubblica e alle più alte cariche dello Stato. Contestualmente, consegnato in varie cerimonie ufficiali nelle mani di diversi amministratori ad ogni livello, da diversi di questi è già stato sottoscritto.

Qui un breve estratto. On. Presidente della Repubblica Italiana, Onorevole Presidente, il ripetersi, con frequenza sempre più fitta e diffusa sul territorio italiano, di iniziative e manifestazioni di stampo fascista, così come la presentazione di liste elettorali con espliciti richiami a simboli fascisti e come la vendita – particolarmente accentuata in varie zone d’Italia, care al fascismo – di simboli, gadget, immagini tipiche del regime mussoliniano, inducono da tempo l’associazionismo democratico a serie preoccupazioni, alimentate ulteriormente dall’enorme diffusione, sulla rete, di dichiarazioni, appelli, comunicati di tipo fascista e razzista, spesso con particolare virulenza. L’associazionismo democratico e molte cittadine e cittadini reagiscono in modo civile, con proteste, presìdi, sollecitazioni per interventi delle Autorità competenti, sempre evitando conclusioni violente e tali da impegnare seriamente l’ordine pubblico. Ma la pazienza e l’autocontrollo hanno un limite, che – quantomeno l’ANPI, l’Istituto Cervi ed altre organizzazioni democratiche – hanno sempre cercato di non superare. Tuttavia le provocazioni aumentano e si estendono anche alla partecipazione (frequente, specie a Milano e in Lombardia) di esponenti di movimenti razzisti, fascisti e nazisti di diversi Paesi europei. Lo Stato sembra occuparsi di questi problemi solo sotto il profilo dell’ordine pubblico; ma non emerge (non solo ora, ma da molti anni) una precisa volontà politica, di tutti gli organi dello Stato, di reagire a questi fenomeni, realizzando quella “vocazione” antifascista, a cui è ispirata l’intera Costituzione. Spesso non si interviene, in nome del rispetto di alcuni diritti fondamentali previsti dalla Carte costituzionale, come se essi non avessero limiti, intrinseci ed estrinseci; spesso si oppone alle proteste l’affermazione “che non ci sono leggi”, laddove almeno due (la legge 20 giugno 1952, n. 645, nota come legge “Scelba” e la legge 25 giugno 1993, n. 205, nota come legge “Mancino”) sono tuttora in vigore e vengono applicate con coerenza dalla stessa Corte Suprema di Cassazione. Ma….

Il documento contiene alcuni spunti giuridici piuttosto interessanti, che, dati i suoi studi, il Sindaco non avrà di sicuro mancato di apprezzare. Per noi dell’ ANPI la storia non è un gadget, è essenzialmente studio, conoscenza, fatica ed applicazione nella ricerca, perché così onoriamo chi è caduto per dare a tutti, e sottolineo a tutti, un posto migliore per vivere. Il MIUR, nel 2014, ha firmato una convenzione con l’ ANPI, riconoscendolo come ente di formazione, per studenti e insegnanti. Chi la ha fatto la storia ha il dovere di insegnarla, con dedizione e serietà.

Su queste strade se vorrai tornare / ai nostri posti ci ritroverai / morti e vivi collo stesso impegno… (Piero Calamandrei)”

redazione@oglioponews.it

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...