Feste e turismo

Rivarolo Mantovano: Lizzagone, un gradevolissimo viaggio nel Rinascimento alla luce delle fiaccole

La rievocazione nella piazza illuminata solo dalle torce è stata uno spettacolo gradevolissimo inserito in una cornice magica. Ogni figurante ha fatto la sua parte. E questa sera si replica.

RIVAROLO MANTOVANO – Due passi nel Rinascimento, in una città illuminata dalle fiaccole, e una piazza di terra e di sabbia in cui armigeri, damigelle, giullari e nobili si sono dati appuntamento per celebrare le nozze tra Luigi Gonzaga e Isabella Colonna. E peccato per il fatto che la gente non fosse tantissima – al di sotto di quella che ci si sarebbe potuti aspettare – ma forse è stato pure meglio così. Perché girare tra le strade ed i suoi banchi, assistere alla lavorazione del ferro, farsi rapire dalla delicatezza di soavi fanciulle di quelle lande o dall’allegria di teatranti di corte non è spettacolo che possa essere gustato nella folla.

Qui siamo, tra resti di torrite mura, in faccia alla campagna, tra terre ricche di frutti e molte stelle in cielo. L’impressione è comunque quella di un evento, il Lizzagone, che ha pochi eguali nei dintorni. Un evento – quello si – a cui partecipa tutto il paese in costume, in cui il senso d’accoglienza è fortissimo e in cui disponibilità e cordialità sono elementi fondamentali e trainanti. Esistono feste con ricostruzioni posticce, con una disarmonia data dal moderno mischiato all’antico in cui il Rinascimento (il periodo storico di riferimento, in questo caso) è solo un particolare fuso al generale. Ma a Rivarolo Mantovano no.

Qui, gli anni di dame e cavalieri erranti, di cantastorie e saltimbanchi, di mercanti e vivandieri li vivi davvero. Tra i bambini che giocano con elementi dal sapore antico (e, vivaddio, si divertono come pazzi con corde e legno), vecchie signore tutte bardate che vegliano banchi in paglia e assi e taverne dove si possono gustare assolute prelibatezze a prezzi assolutamente accessibili anche ai villani, non solo ai signori. Se poi garba, ci si può pure fare leggere la mano per scoprire – per gioco – cosa riserva il futuro.

La rievocazione nella piazza illuminata solo dalle torce è stata uno spettacolo gradevolissimo inserito in una cornice magica. Ogni figurante – boia compreso – ha fatto la sua parte, spiegando quelle radici antiche che fanno inevitabilmente parte della nostra storia. Dalle coltivazioni all’alimentazione, dalle armi alle tinture, dalle piccole operazioni quotidiane della plebe al cerimoniale dei signori, dal vino speziato alle postazioni per gli arceri di corte, dalle pietre utilizzate per ogni tipo di lavorazione all’alchimia del laboratorio – una sorta di taverna senza cibo – in cui alleggerire le disarmonie del giorno con la libagione.

Oggi si replica in una delle più belle feste del genere – insieme al Palio di Isola Dovarese – che il territorio offra. Un invito ad andare, sul far della sera, abbandonando per qualche ora la modernità. I cavalieri, le dame e i vivandieri vi attendono. Per entrare, insieme a loro, in un racconto, in una favola, difficilmente ripetibile.

Nazzareno Condina

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