Cultura

L'International conquista l'Auditorium Arvedi. E Ryan Wang incanta ancora

Dopo aver suonato Mozart, il piccolo si è inchinato davanti al pubblico osannante, cercando con lo sguardo la mamma che gli è corsa incontro. Con la gente bloccata e quasi incredula nel domandarsi se quel bambino fosse ancora nella fase del gioco oppure già lanciato verso una carriera strepitosa.

CREMONA – “Noi a Casalmaggiore ogni estate ci divertiamo così” ha sottolineato Massimo Araldi rivolgendosi al pubblico dell’Auditorium Arvedi di Cremona giovedì sera durante una pausa del Concerto dell’International Music Festival. Da vent’anni Casalmaggiore ospita un Master di musica da Camera all’interno del quale è possibile ascoltare esibizioni da parte di straordinari musicisti che nonostante la giovane eta dimostrano talento e capacità impressionanti.

Araldi, assieme ad Angelo Porzani e Vittorio Rizzi, ha voluto con orgoglio e soddisfazione farlo sapere al pubblico sofisticato (giovedì sera un po’ meno causa alcuni ingressi con pantaloncini da spiaggia), all’interno di quell’ambiente che rappresenta il gotha della musica classica cremonese, accanto al Museo del Violino. Un pullman Gran turismo, quello solitamente riservato alla squadra della Cremonese, assieme ad un mini bus, ha raccolto a Casalmaggiore una cinquantina di musicisti più molti appassionati, diversi dei quali poi arrivati con mezzi propri. Dopo una visita alla città e al Museo del Violino, il gruppo si è ritrovato nello splendido auditorium dove poco dopo le 21 é iniziata l’esibizione con la dolcissima pianista Tamila Salimdjanova con tre Sonate di Scarlatti, cui è seguito il doppio quartetto composto da Agnes Langer, Sehoon Ahn, Nulee Joung, Andreas Siles Mellinger ai violini, Dominika Michalak, Andrew Strauss alle viole, Carola Krebs, Kung I Tsai ai violoncelli e Hans Kunstovny al contrabbasso con l’opera 65 di Spohr. La seconda parte della serata è stata dominata dai Mainzer Virtuosi per accompagnare la voce e il violoncello di Emil Rovner cantando “Per questa bella mano” (Mozart con trascrizione dello stesso Rovner) prima del gran finale tutto dedicato a quel prodigio della natura che risponde al nome di Ryan Wang, un pianista cino-canadese di soli 8 anni.

Un bambino che deve alzare al massimo il livello del sedile per arrivare ai tasti del pianoforte, su cui le sue piccole mani scivolano con agilità e temperamento. Osservando le dita velocissime non si può non pensare come la stragrande maggioranza dei suoi coetanei usino quei polpastrelli solamente per inviare messaggi sui tasti dell’Iphone. Dopo aver suonato Mozart, con la faticosa replica  del bis, il piccolo si è inchinato davanti al pubblico osannante, cercando con lo sguardo la mamma che gli è corsa incontro, asciugandogli il sudore dalla fronte. Con la gente bloccata e quasi incredula nel domandarsi se quel bambino fosse ancora nella fase del gioco oppure già lanciato verso una carriera strepitosa.

Rosario Pisani

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