Bosatra (Lega Nord) risponde a Torchio: "Campagna denigratoria è la sua"
"Appare in verità - scrive Bosatra - come Fava ed altri rappresentanti della Lega Nord abbiano risposto ad attacchi gratuiti del medesimo Torchio ai comuni dell’Oglio Po retti da sindaci della Lega stessa per giustificare i suoi errori".
MANTOVA/BOZZOLO – In merito alle minacce di querele nei confronti dell’assessore regionale Gianni Fava e della Lega Nord da parte del sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio, interviene il commissario provinciale del Carroccio Maurizio Bosatra: “Ormai le elucubrazioni di Torchio e le relative dichiarazioni non sono ulteriormente perdonabili. Le minacce di querela sul nulla dimostrano esclusivamente le difficoltà o il forte imbarazzo del soggetto su un tema fortemente sentito dalla popolazione e che i sindaci della lega gestiscono in modo diverso”.
“Appare in verità – prosegue Bosatra – come Fava ed altri rappresentanti della Lega Nord abbiano risposto ad attacchi gratuiti del medesimo Torchio ai comuni dell’Oglio Po retti da sindaci della Lega stessa per giustificare i suoi errori. Sarebbe forse l’ora che cessasse questa campagna denigratoria e di odio nei confronti di un assessore regionale ogni volta che viene resa pubblica una contraddizione amministrativa o politica dello stesso. Invitiamo Torchio ad indirizzare le proprie rimostranze direttamente ai propri naturali interlocutori senza scomodare rappresentanti di altre istituzioni o colleghi sindaci. La democrazia permette all’opposizione consiliare di espletare il proprio compito dimostrando le incongruenze o gli errori politici di chi amministra. Se ne faccia una ragione, questo gli consentirà di non soffrire di aritmia cardiaca dopo ogni consiglio”.
“Ad ogni buon conto – prosegue Bosatra – stia sereno Torchio che la linea politica espressa da Fava e dai rappresentanti locali è quella della Lega Nord. A differenza sua non esiste da parte nostra alcun personalismo. A nessuno della Lega Nord interessa colpirlo personalmente. E si ricordi il minacciante che le querele non basate su fatti penalmente rilevanti comportano per chi le presenta possibili pronunce penali di calunnia”.
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