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Andrea Devicenzi, una nuova impresa: è pronto a prendersi il Machu Picchu

Prima però, da qualche giorno, l'atleta paralimpico di Martignana è tornato in pista, letteralmente, per il 3° Giro d’Italia Formativo. Un percorso un po’ diverso dal solito, geograficamente parlando, che comprende le due isole italiane.

Nella foto Devicenzi e il Machu Picchu

MARTIGNANA DI PO – Stupire sempre. Fermarsi mai. Per arrivare anche in cima al Machu Picchu, il mitico colosso del Perù, più che una semplice metà turistica, un’impresa sportiva da avventurieri. Tra tanti dettami, consigli, insegnamenti, Andrea Devicenzi, atleta paralimpico di Martignana di Po, amputato dall’età di 17 anni, non ha mai smesso di seguire istinto, passione e voglia di superare le barriere.

Stavolta per farlo dovrà arrivare in America del Sud. Prima però, da qualche giorno, è tornato in pista, letteralmente, per il 3° Giro d’Italia Formativo. Un percorso un po’ diverso dal solito, geograficamente parlando: prima Andrea partiva da casa sua, o comunque dalla sua provincia d’appartenenza, stavolta invece ha scelto di cominciare l’avventura, che lo porterà a parlare a circa 3mila ragazzi in tutta Italia, superando così quota 10mila, dopo gli incontri del 2014 e del 2015, dalla Sicilia. Catania, Acireale, passando anche dall’Istituto Penale per minorenni già visitato lo scorso anno, e ancora Pozzallo, Modica e Ragusa, queste le tappe della prima settimana partita lunedì scorso e che si è da poco conclusa, mentre la seconda settimana (da lunedì) porterà Andrea vicino a noi, ossia a Parma, Cremona, Crema, Brescia e Mantova. Chiuderà la prima volta di Andrea in Sardegna, l’altra isola, con Cagliari, Nuoro, Tonara, Oristano e Sassari a scandire le tappe della terza settimana del Giro Formativo, che fa parte come sempre di Progetto 22.

A proposito di quest’ultimo percorso, a Devicenzi non bastava l’importante lavoro di divulgazione della propria esperienza di vita e del mestiere di mental coach con le giovani leve, i cittadini del futuro. Andrea voleva arricchirla di nuove tappe, quella stessa esperienza: da qui, con la sua consueta follia positiva, l’organizzazione del raid, quale primo atleta disabile al mondo, da Lima verso il Machu Picchu, 1200 km in mountain bike più quattro giorni di trekking, da percorrere assieme al fido Stefano Mattioli, e l’arrivo a quota 2430 nel sito archeologico inca più famoso del mondo. Una sorta di bis del 2010, quando Andrea affrontò, vincendola, la sfida alla strada carrozzabile più alta del mondo, la Manali-Leh in India, oltre 5mila metri. Se ne riparla quest’estate, tra luglio e agosto, ma a Martignana, nel Casalasco e in tutta Italia, dove Andrea è passato in sella alla sua bici, sono già pronti a fare il tifo per lui.

Giovanni Gardani 

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