Cronaca

Gesto vandalico ai danni dell'auto dell'ex assessore di Sabbioneta Sartori

“Il danno si ripara, ma il gesto di gratituita cattiveria resta” ha chiosato Sartori, ringraziando il sindaco Vincenzi per la solidarietà dimostrata e affliggendosi per “la patologica e inutile noia” dell’esistenza di chi ha effettuato questo gesto.

SABBIONETA – Un gesto inqualificabile di vandalismo si è verificato nei giorni scorsi ai danni di Giovanni Sartori, ex assessore alla Cultura del comune di Sabbioneta e da sempre impegnato in questo campo, anche al di là dell’impegno politico abbandonato in via ufficiale dopo le elezioni del 2014, essendo professore di scuola media, oltre che vocato a ricerche storiche e pubblicazioni sulla Piccola Atene.

Come lo stesso Sartori ha denunciato via Facebook (dopo avere fatto presente il fattaccio al sindaco Aldo Vincenzi) nel pomeriggio di venerdì, attorno alle ore 13, si è accorto dell’atto vandalico messo a segno ai danni della sua auto: un “graffito” realizzato sul cofano dell’automobile, rigando la carrozzeria della stessa, e un disegno decisamente osceno. Sartori ha sporto denuncia anche ai carabinieri e ha commentato, non senza una punta di amara ironia, sul proprio profilo Facebook: “Non è un’opera d’arte contemporanea e neppure uno dei concetti spaziali di Lucio Fontana, ma il cofano della mia automobile graffiato questa notte o stamane da un oggetto appuntito”.

L’episodio si è verificato presso via dell’Incoronata ai piedi del baluardo di San Nicolò. Se è vero che, come lo stesso Sartori afferma, è la prima volta che un atto vandalico di questo tipo si verifica ai suoi danni, va altresì evidenziato che a Sabbioneta questi episodi non sono nuovi: si pensi alla distruzione delle casette dei libri nella frazione di Vigoreto, davanti alla palestra, o ancora alle scritte sulla parete delle mura gonzaghesche del 1500. “Il danno si ripara, ma il gesto di gratituita cattiveria resta” ha chiosato Sartori, ringraziando il sindaco Vincenzi per la solidarietà dimostrata e affliggendosi per “la patologica e inutile noia” dell’esistenza di chi ha effettuato questo gesto.

Giovanni Gardani 

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