Ambiente

Parco Oglio Sud, il segreto della natura spiegato al Rotary

Sono intervenuti ad una conviviale del Rotary Oglio Chiese il presidente Alessandro Bignotti, il direttore Carlo Brambilla e la responsabile della comunicazione Lella Rossetti, introdotti dal presidente Antonio Morini.

Nella foto un momento della conviviale

Il Parco Oglio Sud, con sede a Calvatone, i suoi 12.800 ettari di superficie è un grande parco fluviale che la nostra provincia condivide con quella di Mantova. Abbraccia tutto il corso inferiore del fiume Oglio, cioé i 70 chilometri che vanno dall’affluenza del fiume Mella ad Ostiano alla foce in Po a San Matteo delle Chiaviche, comune di Viadana, fratello del Parco Oglio Nord che invece arriva fino all’uscita dal Lago di Iseo. Proprio il corso dell’Oglio segna in gran parte il confine amministrativo tra le due province.

Per illustrare la storia, le origini, il modello gestionale, gli ultimi interventi e quelli che attendono, le ricadute della crisi economica, le attività didattiche e le prospettive turistiche, sono intervenuti ad una conviviale del Rotary Club Oglio Chiese, che si è tenuta giovedì sera al ristorante Evergreen di Acquanegra sul Chiese, i tre più importanti dirigenti: il presidente Alessandro Bignotti, il direttore Carlo Brambilla e la responsabile della comunicazione Lella Rossetti, introdotti dal presidente del club Antonio Morini.

Brambilla ha ricordato come il parco regionale sia nato nel 1988 («La legge regonale 86 del 1983 fu la prima a istituire i parchi, ancor prima dei parchi nazionali»), ma oggi è disciplinato dalla legge regionale 11 del 2012, istituita proprio per salvare i parchi lombardi. Bignotti, come gran parte dei presidenti, vedrà scadere il proprio mandato dunque all’inizio del 2017, dopo il quinquennio di gestione.

L’ente è composto da 16 comuni e 2 province. Grazie ad Expo, ha rimarcato il direttore, sono state fatte opere importanti, come il ponte sul Mella riaperto a Ostiano e la sistemazione di vari tratti per migliorarne la fruizione da parte dei cicloturisti. «Oltre alla tutela dell’ambiente e alla difesa del territorio, puntiamo sul cicloturismo legato alla conoscenza del territorio. Non pensiamo di portare un numero di persone simile a quello dei grandi parchi, ma intercettare turisti per qualche giorno e offrire loro un territorio che non ha nulla da invidiare a tanti altri in Europa».

E il paragone con l’efficacia con cui in Olanda e in Francia si promuove un turismo sostenibile accogliendo ondate di ciclisti ha fatto capolino più volte nella discussione. Brambilla ha poi indicato i sei siti di importanza comunitaria ospitati nel parco. In particolare ha ricordato come grazie ai contributi di Fondazione Cariplo sia stato creato un paesaggio fantastico alla lanca delle Runate, proprio presso il celebre ristorante Dal Pescatore. E non è finita qui, altri contributi regionali verranno intercettati per migliorare sempre più l’ambiente. Brambilla ha chiuso il suo intervento ricordando come sia stato fatto recentemente il censimento degli alberi monumentali, come noto obbligo di tutti i comuni, rispettato da pochi.

Dopo l’intervento di Brambilla, accompagnato da un suggestivo video sulle bellezze del parco (realizzato col contributo del Gal Oglio Po assieme ad altri parchi), Lella Rossetti ha puntato sull’educazione ambientale e l’intenzione, già 20 anni fa, di “formare il formatore”, quindi corsi di aggiornamento per insegnanti, educatori ambientali e i vari soggetti interessati, nella direzione di cambiare il modo di fare scuola. Si è poi ricordato come il parco contempli le due riserve naturali Le Bine e Le Torbiere di Marcaria, la presenza dei centri visita presso Le Bine e dell’Ecomuseo Valli Oglio Chiese di Canneto sull’Oglio e la recente costituzione dell’Ecomuseo Terre d’Acqua fra Oglio e Po a San Matteo delle Chiaviche (Viadana). Quindi ha passato in rassegna i corsi e le serate proposte, e le feste popolar, tra cui spicca la Festa del Luartis che valorizza la tradizione dei germogli di luppolo selvatico. «Negli anni – ha concluso – abbiamo posato migliaia di piante presso il fiume, ora avvistiamo animali da tempo assenti (tassi, caprioli, perfino cervi). Cerchiamo di capire quello che sta cambiando grazie al lavoro fatto sin qui».

Il presidente Bignotti ha concluso la ricca relazione, ammettendo che dal punto di vista della comunicazione serve fare passi avanti, per far conoscere la straordinaria bellezza naturale a disposizione. Da punto di vista ambientale i problemi sono tutt’altro che superati: «La direttiva acque doveva consentire di raggiungere un buon livello di qualità delle acque superficiali. Io sono di Marcaria, e nel mio paese chi pesca nella propria falda non può usare l’acqua nemmeno per fare la doccia».

Ciò non toglie che l’ottimismo prevalga, nella consapevolezza che basterebbe interrompere l’attività dell’uomo per qualche mese per rendere depurate le acque. La vera “fregatura” sono i canali che nelle province di Brescia, Cremona e Mantova raccolgono le acque di paesi e industrie. Ad esempio, un grande lavoro di recupero è stato da poco completato a Volongo: proprio qui arriva la Gambara, corso d’acqua che scende dal bresciano portando con sé una tonnellata di azoto al giorno. Quindi la preoccupazione in merito al futuro: «In empi di crisi economica l’ambiente è sempre il primo settore a subire tagli». Gli accorpamenti: «Giusto ragionarci, ma facendo bene attenzione a non fare confusione e far morire i parchi».

Tante a fine serata le domande dei presenti, tra i quali anche il noto naturalista e docente Riccardo Groppali. E’ emersa soprattutto l’importanza di puntare su un turismo ecologico garantito dalla presenza di ciclisti. Da qui la realizzazione della Ciclovia del fiume Oglio, che parte dal Tonale (Pontedilegno) e si snoda lungo 280 km, inaugurata da una grande biciclettata la scorsa estate. Importante ora il collegamento con VenTo e le altre ciclabili presenti, per garantire una continuità sulle direttive europee. Bignotti ha aggiunto l’idea di organizzare una gara sportiva che percorra l’intera Ciclovia in un giorno solo, quelle gare estreme che vanno tanto di moda.

Sul turismo insomma bisogna puntare, anche considerando che la Lombardia Orientale nel 2017 sarà regione europea della gastronomia. La greenway (la ciclovia) presuppone anche l’utilizzo di cavalli e canoe per gli spostamenti, per incentivare la fruizione, e anche il recupero delle tradizioni attraverso gli ecomusei è tutt’altro che concluso.

Vanni Raineri

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