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Pomì, tanta carne al fuoco prima della grande abbuffata

Foto Sessa

CASALMAGGIORE – A sette giorni dalla ripresa del campionato, con la trasferta di Vicenza che inaugurerà il girone di ritorno della Pomì, carne al fuoco ve n’è parecchia anche se non, come inizialmente si pensava, dal mercato. Non ora, almeno: i nomi di Anastasia Guerra, tagliata all’ultimo dalla Nazionale di scena ad Ankara nel pre-olimpico, e di Paola Egonu, che invece in Turchia è stata la grande protagonista, rimangono sul taccuino, ma come il presidente Massimo Boselli Botturi aveva detto dopo un fitto colloquio con coach Massimo Barbolini, la Pomì Casalmaggiore è a posto così “perché nessuna delle possibili new entry è superiore a chi già è in rosa”.

Tuttavia, come detto, non mancano le novità: in primis dalle trasferte delle Nazionali. Il terzo posto nel trofeo Mimmo Fusco (sconfitta da Montichiari in semifinale, vittoria al tie break contro Busto nella finalina) è giunto senza Gibbemeyer, impegnata nel torneo Norceca con gli Usa, già qualificati alle Olimpiadi, e senza Maggie Kozuch, che ha fallito con la Germania l’assalto ai Giochi Olimpici. Assalto riuscito, invece, per l’Italia di Bonitta, che col terzo posto conquistato in una sfida tremenda contro la Turchia si regala la grande chance di maggio nel torneo continentale in Giappone, dove, oltre alle padrone di casa, solo Olanda, Repubblica Dominicana e Corea del Sud sembrano in grado di infastidire le azzurre: passano in tre e c’è da credere che Bonitta stavolta potrà portare anche qualche tesserata rosa. Piccinini su tutte, senza dimenticare Tirozzi, in ripresa dopo un’andata appannata e Sirressi, specie ora che Sansonna ha mostrato qualche crepa nel ruolo. Qualche tifoso ha storto il naso, ma in fondo la non convocazione ha permesso a Barbolini di lavorare su un gruppo più completo, oltre che di recuperare pienamente la “Picci”: proprio l’aspetto fisico sarà decisivo in avvio di 2016, e poi per tutto il torneo, con cinque sfide in due settimane tra Champions e campionato.

L’altra novità giunge dalla Federazione e dalla proposta del presidente di Lega Mauro Fabris, dichiarata in un’intervista a La Prealpina: spostare le partite della serie A1 di domenica dalle ore 18 alle ore 15. Un anticipo che, così su due piedi, non sembra l’ideale, tenendo conto che, in Italia soprattutto, il calcio è uno sport capace di monopolizzare l’attenzione e le ore 15 domenicali sono generalmente “consacrate” al dio pallone. Fabris è però convinto che si tratti solo di una sudditanza mentale, per la quale serve una svolta storica e indubbiamente coraggiosa. Stiamo a vedere, anche perché, in ogni caso, questa è una decisione che andrebbe a incidere solo sul prossimo torneo.

Giovanni Gardani

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