Cronaca

Stradiotti svela Eridanus: “Polizia unificata funzionerà”

Nella foto Stradiotti con alcuni dei sindaci che hanno approvato il progetto Eridanus

Dodici comuni di due diverse province, 18mila abitanti, 7 agenti di polizia municipale. Quello che coinvolge tre unioni di comuni a cavallo tra le province di Cremona e Mantova è un esperimento sutto diversi punti di vista, che la stessa Regione Lombardia osserva con attenzione in quanto si pone nell’ottica ideale del suo programma di vigilanza.

Le tre unioni, come noto, sono quelle di Foedus (composta da Rivarolo Mantovano, Rivarolo del Re, Spineda e Casteldidone), Palvareta Nova (San Giovanni in Croce, Solarolo Rainerio, Voltido e San Martino del Lago) e Municipia (Scandolara Ravara, Cingia de’ Botti e Motta Baluffi), alle quali si è unito il Comune di Bozzolo. Dieci comuni cremonesi e due mantovani dunque (Rivarolo e Bozzolo) per un totale di circa 18mila abitanti. Il nuovo corpo di polizia si chiama Eridanus, ed è entrato in funzione formalmente il 1° gennaio 2016, anche se a livello operativo sarà lunedì il giorno in cui si entrerà a regime. A comandarlo sarà Guido Stradiotti, che unisce l’incarico a quello di comandante della polizia municipale dei tre comuni mantovani di Commessaggio, Gazzuolo e San Martino dall’Argine, che formano l’unione Terre d’Oglio. Sulla novità sentiamo lo stesso Stradiotti, che conosce le dinamiche sia dal punto di vista operativo che da quello amministrativo, essendo stato in passato sindaco (di San Martino del Lago).

Lei ha spiegato in vari consigli comunali gli aspetti delicati del nuovo servizio. Qualche perplessità è normale che ci sia, ad esempio, 7 agenti su un territorio così vasto non sono pochi? «E’ vero che si tratta di un territorio esteso, ma questo è un modello nuovo di organizzazione che stiamo verificando a seguito delle varie richieste giunte dalle amministrazioni comunali. In un certo senso facciamo da apripista: la Regione Lombardia ha indicato modelli di vigilanza diversi rispetto al sistema cui siamo abituati; un percorso che dobbiamo verificare al nostro interno coi colleghi atraverso l’applicazione quotidiana».

A livello operativo come funzionerà? «Ci saranno due pattuglie fisse composte da due agenti che percorreranno il territorio su due turni: uno dalle 7,30 alle 13,30, l’altro dalle 13 alle 19. E’ chiaro che in determinate occasioni potranno essere presenti tutti assieme sul territorio, così come sarà possibile garantire la presenza pure nelle ore serali, diciamo che questo è il normale orario di lavoro».

La sede è stata individuata a Casteldidone, anche per un criterio di centralità sul territorio presidiato. I cittadini potranno rimanere spiazzati? «A Casteldidone è prevista un’apertura fissa dell’ufficio ogni giorno dalle 9 alle 12, ma in ogni comune ci sarà uno sportello informativo per un paio di ore, proprio al fine di ridurre al minimo i disagi».

Tutti gli agenti partiranno e arriveranno a Casteldidone? «Questo prevede la convenzione, anche se cercheremo di limitare i disagi e valuteremo diverse proposte». Uno dei vantaggi è la possibilità di concentrare parecchi agenti in un unico posto in occasione di eventi straordinari. «Certo. E’ quel che prevede la convenzione in caso di eventi e anche per sopralluoghi. In quei momenti potrebbero esserci anche 7 agenti assieme».

Torniamo al numero di agenti, che sembra ridotto, non a caso sono già state avanzate richieste di aumenti di stipendio a causa del diverso impegno. «Nelle varie riunioni sono emerse volontà di potenziare il servizio attraverso assunzioni di agenti, ovviamente attraverso la Provincia (probabilmente quella di Cremona, data la posizione della sede centrale, ndr). Quanto all’impegno degli agenti, disagi e orario di lavoro non cambiano. Ci potrà essere, questo sì, la necessità di una nuova formazione, che potrà essere utili ai vari colleghi. Non dimentichiamo che condividere il lavoro in sette consente di avere a disposizione diverse professionalità, e questo è un aspetto molto positivo sia per gli stessi agenti che per i cittadini».

E’ già emersa qualche criticità? «E’ un’esperienza nuova, sperimentale, aspettiamo di vedere i primi problemi e cercheremo di risolverli, ragionando su vari aspetti. Abbiamo trovato la volontà politica per fare questo passo, ed è importante. Nelle riunioni cui sono stato invitato l’ho sempre trovata, ed è un aspetto che ci ha aiutati molto. Questo è un progetto di sicurezza che la Regione sta finanziando, quindi consente di perseguire anche un obiettivo economico».

Il che si traduce in maggiori contributi per il servizio associato. «Sì, ma non è questo l’obiettivo, si vuole garantire un tipo diverso di vigilanza. Un tempo ogni piccolo comune aveva un agente che in pratica si occupava di tutto, oggi avremo una maggiore specializzazione. Avere diversi strumenti a disposizione in un solo ufficio per tutti è una risorsa importante. Anche telelaser e autovelox che tanti non avevano ora sono a disposizione di tutti». Permetta che non è una gran notizia per i cittadini. «Non sarà quello di dare multe il nostro obiettivo, è pure vero che se si fanno significa che qualche cittadino non ha rispettato le norme». Il servizio formalmente è già partito. «Sì, ad inizio anno, ma stiamo mettendo in evidenza alcuni aspetti. Stiamo già ora girando sull’intero territorio, ma la vera partenza ci sarà lunedì. Partiremo, per la precisione, con una pianificazione settimanale, che ogni weekend sarà consegnata ai sindaci, i quali sapranno dove si troveranno le varie pattuglie sul territorio giorno per giorno».

Gli equilibri politici che hanno portato all’accordo non sono stabili. A Bozzolo ad esempio il sindaco Torchio ha visto passare la convenzione con 7 voti a favore e 6 contro. «Sono aspetti che non mi competono, posso però dire che è stata approvata, ed è quel che conta». Si sperava nell’aggregazione di altri comuni, come ad esempio quelli della nuova unione Terrae Fluminis (Gussola, Martignana Po e Torricella del Pizzo). Inoltre non partecipa l’unione in cui lei comanda la polizia municipale. «E’ vero, ma questa aggregazione è aperta a tutti, ogni scelta può essere ripensata. Questo è emerso nel dibattito politico».

Vanni Raineri

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