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Una settimana dopo…
“A Valencia si tifava
davvero per Valentino”

TORRICELLA DEL PIZZO/VALENCIA – Vive a Valencia da ormai 20 anni, ma è cremonese, e ha vissuto da vicino la grande sfida per il titolo mondiale di Moto GP che ha tenuto banco nelle ultime settimane. Libero Passera è originario del casalasco (di Torricella del Pizzo), e da appassionato di sport non poteva mancare all’appuntamento all’autodromo della città in cui vive per assistere all’epilogo della lotta iridata tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo. Ad una settimana esatta da quella gara molto contestata e chiacchierata lo abbiamo dunque interpellato.

Come siano andate le cose, quale clima ci ha accompagnati alla grande sfida, quale rabbia nell’assistere al comportamento di Marc Marquez e quale delusione abbiamo provato alla fine sono cose che conosciamo benissimo. Quel che Libero può aiutarci a capire e come la sfida sia stata vissuta in Spagna, al di là di quanto ci hanno raccontato i media. E, come vedremo, le sorprese non mancano. Qui in Italia, gli chiediamo subito, la prova di Valencia è stata presentata come un “biscottone” spagnolo contro l’italiano Valentino Rossi. Anche lì è stata percepita così? «No – risponde Passera – perché le tv hanno spiegato come in Italia hanno affrontato la vicenda, che qui ovviamente era illustrata in modo diverso. Hanno smentito il “biscotto”. Anche la maggioranza della gente di qui non lo ammette apertamente, ma fatalisticamente alla fine si dice che anche gli italiani avrebbero fatto gruppo contro uno spagnolo».

E’ vero che nell’autodromo non erano pochi gli spagnoli a favore di Rossi, nonostante il podio tutto spagnolo? «Secondo me più del 50% dei presenti tifavano per Rossi». Addirittura. «Secondo alcuni erano molti di più, ma i media hanno fatto un tifo tutto spagnolo. Mi ha colpito molto vedere tanti spagnoli tifare Rossi. Certo Lorenzo non ha la stessa carica di simpatia. Inoltre credo sia dovuto al fatto che molta gente rimane legata all’epoca di Valentino Rossi quando avversari spagnoli non ne aveva. Insomma, sono ancora tanti gli ammiratori di Rossi. Marquez un giorno potrebbe sostituirlo, forse».

Qual era il clima che si respirava prima della gara? C’era anche lì grande attesa? E qualcuno l’ha presa in giro per il fatto che è italiano come Rossi? «L’attesa anche qui era febbrile, dopo i fatti di Sepang non si parlava di altro. Tutta la stampa dava ragione a Marquez, al 100%, ma alcuni piloti, come Fonsi Nieto e Nico Terol, commentando il “calcio” di Rossi in tv davano ragione all’italiano. Quanto alle battute, sui social sì, mi sono arrivate foto e video virali». Curiosamente i piloti sono rimasti tutti a Valencia anche nei giorni seguenti per preparare la prossima stagione. Durante i festeggiamenti la moto di Lorenzo si è incendiata bruciandogli la gamba, e già si parla di maledizione Rossi.

Lei ha detto che tutti i giornalisti locali erano a favore degli spagnoli. Di fatto però Marquez è catalano, e Lorenzo maiorchino (quindi mezzo catalano pure lui), e con la situazione politica infiammata che vede i catalani reclamare l’indipendenza si potrebbe pensare a un clima non proprio positivo in tutto il paese. «No no, questo non c’entra proprio nulla, lo dimostra il fatto che entrambi dopo il trionfo hanno sventolato la bandiera spagnola e non quella catalana. Sono due atleti che non si sono mai esposti su questo argomento».

Un argomento troppo rovente perché personaggi pubblici prendano posizione, come però non pochi hanno fatto, come giocatori ed ex del Barcelona calcio. «Il tema catalano infuoca gli spalti solo quando gioca Piqué. E’ vero che ex del Barcelona come Puyol e mister Guardiola hanno appoggiato apertamente lo stato catalano, ma l’unico ad averlo fatto scendendo in campo è Piqué, e questo non passa certo inosservato».

Vanni Raineri

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