Casteldidone, lite tra
migranti per telefonino
Arrivano i carabinieri
Nella foto la chiesa di Casteldidone
CASTELDIDONE – Primi problemi nell’alloggio parrocchiale di Casteldidone che ospita i primi profughi assegnati dalla Prefettura al territorio Casalasco. L’altro giorno sono dovuti intervenire i Carabinieri per sedare una lite scoppiata tra le quattro persone africane che lì vivono, in particolare una coppia di nigeriani, marito e moglie, e un altro uomo con la sua compagna di nazionalità ghanese, oltretutto incinta.
Quest’ultima – ma non è del tutto chiaro da chi sia effettivamente partita la prima scintilla – ha improvvisamente cominciato ad urlare. Grida altissime sulle quali si sovrapponevano le voci altrettanto alte dei rivali. Si sa che tra ghanesi e nigeriani vige la stessa scarsa sintonia esistente ad esempio tra reggiani e parmigiani ma il motivo del litigio nel caso delle due coppie di profughi era davvero banale. Gli uni si accanivano contro gli altri sostenendo che il loro telefonino era più bello e siccome si trattava di un regalo fatto da benefattori alla comunità ne pretendevano lo scambio. Niente da fare ovviamente da parte di chi aveva tra le mani il “prezioso” regalo che non aveva nessuna intenzione di cederlo.
E così è scoppiato il parapiglia che ha costretto il parroco don Mario Binotto a far intervenire il sindaco Pierromeo Vaccari, il quale a sua volta ha fatto intervenire i Carabinieri di Solarolo Rainerio. Per fortuna il diverbio si è risolto senza ulteriori provvedimenti anche perché è stato loro fatto capire che discussioni del genere non sarebbero più stati tollerati, pena l’espulsione dalla casa. A proposito di comprensione, a giorni dovrebbero iniziare i corsi per far loro imparare l’italiano oltre a insegnare agli uomini i lavori di giardinaggio e la cura dell’orto.
Solo quando i migranti saranno in possesso dei documenti necessari si potrà pensare eventualmente a lavori esterni. Frattanto le due coppie “rivali” continueranno a vivere nel medesimo alloggio parrocchiale con due stanze da letto distinte mentre servizi e cucina sono in comune. Con l’appoggio di una famiglia ghanese già inserita da tempo in paese la speranza è di arrivare presto ad una loro completa integrazione.
Rosario Pisani
© RIPRODUZIONE RISERVATA