Cronaca

Sanità, per dire no
alla riforma il Pd apre
il dialogo con Cremona

Nella foto, l’ingresso dell’ospedale Oglio Po

MANTOVA – Il Pd mantovano ha detto no alla riforma regionale della sanità. Lo ha fatto in maniera categorica domenica, nel corso di un’assemblea provinciale che ha visto la partecipazione di diversi amministratori locali del comprensorio Oglio Po. Tra questi, quelli direttamente interessati dal passaggio del distretto viadanese sotto l’Asst di Cremona, ovvero Nicola Federici e Giuseppe Torchio.

Il primo perché portavoce della protesta alzatasi a Viadana e concretizzatasi nella richiesta di un consiglio comunale aperto che possa discutere del tema provando a proporre nuove strade alla Regione. Il secondo, sindaco di Bozzolo, preoccupato per il futuro del presidio don Primo Mazzolari. Il rischio, su cui gli interventi si sono concentrati, riguarda la compromissione dell’erogazione di servizi su un’area, quella casalasca-viadanese (con interesse anche ad Asola), marginale rispetto al territorio lombardo ma strategica in quanto a cavallo tra due province, due regioni e con un bacino di utenti importante.

Due i fronti su cui si muoveranno dal Pd. Uno guarda a Milano e a Palazzo Lombardia, l’altro a Cremona: si tenterà infatti di dialogare col capoluogo cremonese per arrivare ad una proposta che possa mantenere lo status quo, ovvero il distretto viadanese sotto Mantova. In vista del voto del consiglio regionale, confermata la protesta da parte dei sindaci che hanno sottoscritto il documento di protesta nei confronti del testo della riforma.

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