Cronaca

Saviola Holding,
è rottura: tre
giorni di sciopero

Nella foto, i dirigenti della Saviola Holding alla conferenza di mercoledì

VIADANA – Tre giorni di sciopero alla Sadepan di Viadana. Un centinaio di operai mercoledì non si sono recati al lavoro continuando con l’astensione anche giovedì e venerdì. E’ scontro duro tra la Saviola Holding e le organizzazioni sindacali. Mercoledì la direzione generale del Gruppo ha convocato una conferenza stampa nella sede di Viadana per illustrare la svolta improvvisa che gli eventi avevano imboccato. A parlare il direttore generale Nicola Negri un manager esterno assunto dal 1° gennaio da Alessandro Saviola che del gruppo è il presidente oltre che figlio del fondatore Mauro. Emblematica la frase a lui attribuita e riferita all’interno della conferenza: “Adesso mi vengono dubbi che questi dipendenti abbiano veramente voluto bene a mio padre“. Lontani gli anni in cui Mauro Saviola si stringeva ai suoi dipendenti in un reciproco rapporto di affetto e stima ricordando di non aver mai affrontato con loro nemmeno un minuto di sciopero.

Ciò che la Direzione del Gruppo ha espresso mercoledì attraverso la voce di Negri, affiancato dal direttore del personale Alessandro Ciaramelli e dagli avvocati Gian Luigi Barone e Stefano Miniati è stata la sorpresa e lo stupore davanti ad una decisione così drastica e senza precedenti. “Avevamo affrontato una serie di incontri sottoponendo le nostre proposte che non toccavano lo stipendio base ma solo adeguando gli incentivi ai traguardi raggiunti, con vantaggi reciproci per l’azienda e i dipendenti. Stavamo aspettando la controproposta ma abbiamo capito che non c’era probabilmente chiarezza e nemmeno omogeneità tra le stesse organizzazioni sindacali. Entro il 30 aprile ci doveva essere l’incontro definitivo e invece ecco la sorprendente decisione dello sciopero”. E pensare che il Gruppo Saviola aveva saputo ridurre notevolmente le perdite abbassando addirittura il debito con le banche, diminuendo lo stipendio dei dirigenti del 15%, evitando così di schiantarsi come hanno fatto moltissime altre aziende di Viadana. La nostra azienda è quella che ha subito meno i problemi essendo il centro dove il terremoto occupazionale ha provocato meno danni“.

Lo sciopero di tre giorni rischia di mandare all’aria la trattativa con l’azienda che dal 1° maggio, per reazione, non applicherà più il nuovo sistema incentivante limitandosi a far valere solo i trattamenti previsti dai contratti collettivi nazionali.

Rosario Pisani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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