Cronaca

Sicurezza, Zona 30 e Put
Presto un summit
nel comune casalese

Nella foto la ex zona 30 di via Baldesio

CASALMAGGIORE – “Operoso ma silenzioso”: così Vanni Leoni, vicesindaco e assessore all’Urbanistica e Viabilità di Casalmaggiore, definisce il periodo che sta affrontando, durante il quale si cercano soluzioni per migliorare i percorsi viari del comune ma soprattutto per affrontare con perizia la questione della sicurezza.

Per questo non occorre avere fretta, anche se questo non significa non provare a “tirare sui tempi”, per dirla con lo stesso Leoni. Tra le questioni all’ordine del giorno non si è sopita quella della zona 30, amata e contestata, osannata e criticata, di sicuro destinata a dividere e fare parlare ancora. Il tema torna d’attualità dato che, in gran segreto, nella mattinata di martedì, Leoni ha incontrato Matteo Dondè, inventore della zona 30 e artefice del progetto sperimentale di via Baldesio, oltre a Silvio Biffi, che in qualità di comandante della polizia locale è ovviamente parte in causa interessata per quanto concerne il problema della sicurezza.

Un incontro interlocutorio, che però è servito a gettare le basi, come lo stesso Leoni ha spiegato. “Dondè non ha presentato un progetto definitivo, ma una sorta di brogliaccio” spiega l’assessore “sul quale abbiamo iniziato a prendere qualche appunto: siamo abbastanza in sintonia in particolare sull’opportunità di coinvolgere non solo via Baldesio ma anche via del Lino e, col tempo, anche l’intero centro storico. Va pensato un piano organico perché il traffico non inizia e non finisce in via Baldesio”.

Proprio alcuni residenti di questa via, nel mentre, si sono premurati di filmare i passaggi di auto che effettivamente in qualche caso viaggiano a velocità sostenuta: si toccano gli 80 all’ora in una strada in cui il marciapiede, come noto, occupa un’area limitata e la carreggiata stradale, molto vicina alle case, non è così ampia. Anzi. “Abbiamo ben presente il tema della sicurezza e siamo d’accordo con Dondè sulle possibilità offerte dalla zona 30” precisa Leoni “. Abbiamo anche fatto presenti alcune criticità da non sottovalutare: si pensi al Piedibus, al passaggio dei disabili, alle biciclette. Noi vogliamo spiegare alla cittadinanza che stiamo cercando di trovare una sintesi che possa essere la migliore per tutte le parti in causa, tenendo come stella polare la sicurezza stradale, specie dell’utenza debole”.

Dondè a Casalmaggiore è ormai quasi di casa. E tornerà anche all’inizio della prossima settimana. Come conferma Leoni. “Ci ritroveremo tra pochi giorni e non saremo soltanto Dondè, Biffi e io. Vi sarà anche l’ingegner Favalli, chiamato per legge a redigere un nuovo Put (Piano Urbano del Traffico) rispetto a quello in vigore. Crediamo che costruire un tavolo attorno al quale fare emergere le varie esigenze – e con un buon numero di soggetti presenti e teste pensanti – possa consentire di arrivare a una soluzione organica. Ma servirà tempo: a Dondè non abbiamo chiesto di arrivare con nuove carte progettuali nel giro di una settimana, ma per ora una revisione del primo brogliaccio, che possa tenere conto di varie richieste”.

C’è chi dice che sareste contrari alle chicane. “Non abbiamo parlato di elementi strutturali, dunque né di chicane né di dissuasori del traffico: prima dobbiamo partire dalle problematiche, che riguardano la sicurezza e, come detto, anche Piedibus, ciclisiti e disabili, in via Baldesio come in altre vie del centro. Partendo dal problema possiamo poi arrivare alla soluzione. Ma queste per ora non sono state approfondite. Le tempistiche? Stiamo cercando una sintesi che non richieda mesi o anni, ma non vogliamo nemmeno avere fretta. Parliamo di una tematica molto sentita e vogliamo cercare di non sbagliare”.

Giovanni Gardani

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