“La fame non va in ferie”
Slogan e contraddizioni
della protesta viadanese
Nella foto, il picchetto sotto il Municipio
VIADANA – Manifestazione di protesta da parte della Fit Cisl mantovana lunedì a Viadana. Con in testa il segretario provinciale Emmanuele Monti assieme a Paride Seresini e Paolo Zanazzi della Cooperativa Facchini di Viadana, un nutrito gruppo di lavoratori, alcuni dei quali oramai ex per il licenziamento ricevuto, si sono posizionati la mattina davanti al Municipio dal cui interno però nessuno è sceso ad incontrare la delegazione (il commissario prefettizio Isabella Alberti è in ferie). Verso mezzogiorno il gruppo con gli striscioni recitanti “La fame non va in ferie” e “Il lavoro senza il rispetto delle regole è sfruttamento” si è spostato in Gerbolina davanti ai cancelli dell’Industria di macellazione Ghinzelli srl probabilmente per trasmettere il senso della protesta ai colleghi operai che uscivano dallo stabilimento. Non è parso emergere eccessivo spirito di solidarietà: ciò che sembra prevalere è una forma di autodifesa per cercare di tutelare il proprio posto di lavoro a scapito di chi lo ha perso o rischia di farlo.
A sentire i commenti lunedì da parte dei partecipanti alla protesta pare che il problema risieda proprio nel volersi fare ognuno i fatti propri dal punto di vista economico. In sostanza esisterebbe una fortissima concorrenza tra gli operai che si propongono alle aziende con dei salari sempre più bassi. Un ex dipendente della Ghinzelli, ora in pensione ha raccontato che le mansioni che lui svolgeva con una retribuzione di 2300 euro al mese ora c’è chi le fa con metà stipendio o anche meno. Per non parlare di lavoratori di origini asiatiche che offrono la loro mano d’opera a cinque euro all’ora. Una “guerra tra poveri” come è stata definita e che vede una certa responsabilità pur da parte delle varie cooperative (un centinaio nel mantovano) che invece di salvaguardare le retribuzioni dei loro associati contribuiscono ad una sleale concorrenza. Pesante l’accusa di alcuni lavoratori nel denunciare situazioni di “nepotismo” dove si favorirebbero assunzioni di parenti o amici lasciando a casa altri operai. Sino ad arrivare al caso limite di un responsabile di uno di questi gruppi di inserimento che ha fatto assumere se stesso al posto di qualcun altro. Per tutte queste situazioni anomale il cda della Facchini di Viadana auspica un’azione unitaria delle organizzazioni sindacali, per avviare un tavolo permanente allo scopo di contrastare la concorrenza sleale delle cooperative “spurie” e arrivare alla redazione provinciale dei servizi di facchinaggio di un tariffario che contenga prezzi e tariffe adeguate. Questo per consentire alle cooperative medesime di corrispondere quanto dovuto ai propri soci lavoratori. A controllare la manifestazione, con discrezione, personale in borghese della Questura di Mantova oltre ad agenti della Polizia locale.
Rosario Pisani
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