Cronaca

Epidemia di ebola,
padre Brioni dall’Africa:
“Pregate per tutti noi”

Testo e foto tratte dal sito della Diocesi di Cremona

Si aggrava l’epidemia di ebola in Africa Occidentale e raggiunge cifre allarmanti per numero di casi ed estensione territoriale con centinaia di decessi tra Guinea – dove l’epidemia ha avuto inizio nel mese di febbraio -, Liberia, Sierra Leone. Si segnala un caso probabile anche in Nigeria. Non c’è alcun vaccino per prevenire e sconfiggere il virus, né alcuna cura specifica, per questo la letalità del virus è molto elevata, raggiungendo anche picchi del 90% di mortalità. Solo ora che si paventa il pericolo di espansione del contagio, l’opinione pubblica occidentale sembra finalmente aver preso consapevolezza della gravità della situazione. Il saveriano padre Luigi Brioni, che insieme a padre Vittorio Bongiovanni, si trova in Sierra Leone ha inviato un breve rassicurante messaggio via mail: «Lo Stato – scrive il religioso – ha preso finalmente sul serio la tragedia dell’Ebola e sta facendo abbastanza per arginarla in breve tempo. Speriamo. Padre Bongiovanni ed io stiamo bene e non corriamo alcun pericolo. Però ricordateci tanto al Signore insieme a tutta la nostra Sierra Leone. Grazie». Intanto le Caritas di Guinea e Sierra Leone, in collaborazione con le organizzazioni internazionali e i Ministeri della Sanità locali, si stanno impegnando in attività di sensibilizzazione della popolazione locale, presso le famiglie e nei luoghi pubblici, per fornire spiegazioni sul virus e raccomandazioni igienico-sanitarie di prevenzione, e nella distribuzione di sapone e cloro. Più di 100 animatori sono al lavoro; 100.000 sono già i beneficiari dell’aiuto Caritas in Guinea, 60.000 quelli previsti per la Sierra Leone.

“Ci troviamo a 300 km in linea d’aria dalla zona del contagio, che è a sud-est. Noi invece ci troviamo a nord-est – spiega padre Brioni – e padre Bongiovanni è a soli 40 km da me. Per il momento le frontiere non sono chiuse, ma non possiamo escluderlo. Nel mentre per la prima volta il governo della Sierra Leone lunedì ha chiesto a tutti di rimanere in casa: le strade erano deserto”. Poi, in merito alla missione di don Emilio Merisi, parroco di Commessaggio: “Per ora il viaggio resta programmato: ho detto a don Emilio di soprassedere per il momento, poi vedremo. Ci dobbiamo aggiornare a fine agosto”.

Fondamentale il ruolo della sensibilizzazione «porta a porta» e nei luoghi pubblici per accrescere la consapevolezza della popolazione, la conoscenza delle regole basilari per la prevenzione e la condotta da tenere in caso di sintomi sospetti in famiglia e nelle comunità. Cruciale a tal proposito è il ruolo degli animatori locali, che conoscono profondamente e condividono la cultura e le tradizioni nei villaggi e nelle comunità, così come quello delle autorità locali, in particolare religiose, in cui la popolazione ripone particolare fiducia e che possono far comprendere nei villaggi l’importanza di seguire le raccomandazioni igienico-sanitarie (lavare e disinfettare regolarmente le mani, cuocere bene i cibi, non mangiare selvaggina), di fare attenzione a sintomi sospetti e rivolgersi ai centri medici preposti, di segnalare immediatamente casi sospetti. OCPH/Caritas Guinea e Caritas Sierra Leone hanno lanciato appelli alla rete internazionale. Caritas Italiana sostiene sin dall’inizio dell’emergenza le attività delle Caritas locali, ha messo a disposizione un primo contributo di 20.000 euro per aiuti d’urgenza e continua a seguire con l’evoluzione della situazione. Per sostenere gli interventi in corso: www.caritasitaliana.it, specificando nella causale: “Africa/Epidemia ebola”.

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