Cronaca

Dal Comune alla
Fondazione: riapre il servizio
ristorazione in Santa Chiara

Nella foto, a sinistra il plesso di Santa Chiara a Casalmaggiore

CASALMAGGIORE – Venerdì 17 gennaio alle ore 12 verrà ufficialmente inaugurato il servizio ristorazione dell’Istituto Santa Chiara. Un servizio importante che sarà in grado di offrire il centro di via Formis, e che potrà valorizzarne ulteriormente l’offerta complessiva. All’inaugurazione saranno presenti il sindaco Claudio Silla, i consiglieri di amministrazione della Fondazione Santa Chiara e autorità varie. Il servizio vero e proprio prenderà il via a partire da lunedì 20 gennaio; un servizio a buffet che rimarrà aperto ogni giorno feriale (dal lunedì al venerdì) dalle 11,30 alle 14,30. Vi potranno accedere tutti, con pagamento di una cifra allettante: 9 euro per il pasto completo, 7 euro per il “ridotto”.

Sarà però possibile, su prenotazione, usufruire del servizio anche il sabato e la domenica e nelle varie serate, ovviamente per gruppi di una consistenza minima (si presume almeno una decina di persone), e qui la cifra da spendere probabilmente arriverà attorno ai 15 euro pro capite. Una soluzione importante tenuto conto della fruizione di Santa Chiara, dove esistono camere per il pernottamento di singoli e gruppi e locali attrezzati per qualsiasi tipo di convention, mostre e attività rivolte al pubblico: tre sale per un totale di 800 posti a sedere. Sino ad oggi il servizio ristorazione era garantito dal catering, ma ovviamente era un servizio una tantum e che non poteva dare risultati ottimali.

Il Comune ha affidato alla Fondazione Santa Chiara l’uso del locale per il servizio ristorazione in comodato d’uso, ed ora la Fondazione può gestire gran parte della struttura, fatta eccezione per i locali affittati all’Asl.

L’apertura continua del ristorante garantirà prodotti freschi, e una qualità di servizio che non poteva essere assicurata in caso di eventi isolati. Probabilmente l’apertura al pubblico porterà anche qualche polemica da parte di chi considererà il servizio una sorta di concorrenza, ma in Santa Chiara si è pronti ad affrontare la sfida senza l’obiettivo di garantirsi utili, tenuto conto dei vari costi e dell’assunzione già effettuata di una cuoca a tempo determinato per 30 ore settimanali. Nessuna speculazione quindi, ma la volontà di avere più carte da giocare da spendere sull’aspetto della formazione.

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