Ambiente

Distretto rurale ‘bio’
dell’Oglio Po: primo
passo operativo

Nella foto, i presenti all’incontro in municipio a Casalmaggiore

Il primo incontro operativo per raggiungere la necessaria unità d’intenti in vista della realizzazione del distretto rurale biologico del comprensorio Oglio Po si è tenuto nel tardo pomeriggio di venerdì nella sala consiliare del municipio di Casalmaggiore. Ai banchi, molti produttori biologici delle province cremonesi e mantovane, non limitati territorialmente al casalasco-viadanese.

Di fronte a loro, i soggetti politici promotori del distretto, a partire dai consiglieri regionali PD Agostino Alloni e Marco Carra, che ha raccolto l’eredità di Giovanni Pavesi tra gli ideatori dell’iniziativa. Per il comune di Casalmaggiore presenti il sindaco Claudio Silla e l’assessore al Bilancio Carla Visioli. Presente anche Carlo Giacomelli dirigente di Regione Lombardia che ha raccolto le istanze dei produttori e farà da tramite per Andrea Massari, a sua volta dirigente regionale di Struttura Organizzazioni Comuni di Mercato e Distretti Agricoli. Soggetto che potrebbe farsi carico di divenire il capofila del distretto, il Gal Oglio Po Terre d’Acqua, rappresentato dal presidente Giuseppe Torchio.

L’incontro a Casalmaggiore è da considerarsi il primo di una serie di appuntamenti che preludono alla realizzazione del distretto: il secondo si terrà il 25 novembre a Viadana, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, che ha già benedetto l’iniziativa tre settimane fa al Pirellone; il terzo sarà due giorni dopo, il 27 novembre a Casalmaggiore e a convocarlo sarà direttamente il Gal Oglio Po Terre d’Acqua.

“Le aziende devono valutare se sia opportuno, necessario, conveniente creare un distretto rurale del biologico” ha esordito il sindaco Silla. “Da questi incontri coi soggetti imprenditoriali coinvolti capiremo se vi siano le condizioni per mettere in piedi o meno il distretto – ha spiegato Alloni -. Ad oggi i distretti riconosciuti dalla regione solo 24, ognuno con specificità diverse”.

“Sono numerosissime le aziende biologiche presenti nel nostro territorio – ha approfondito Carra -. Nella provincia di Mantova sono 164, 67 quelle in provincia di Cremona. La logica del distretto potrebbe avere un ampio respiro ed abbracciare anche quelle aziende collegate al comprensorio per contiguità o affinità”. Per i produttori intervenuti, che hanno chiesto delucidazioni sulle modalità di creazione della corporazione, il distretto va inteso non come fine, ma come strumento per poter trovare anche nuovi, possibili sbocchi a fronte di una crisi che, in alcuni casi “ci permette solo di vivacchiare”, ha commentato un agricoltore tra i presenti. Da parte della politica, il distretto è da intendersi come presupposto per mettere in rete i produttori stessi. “Questo primo incontro vuole essere operativo, per capire chi vuole davvero mettere in piedi il distretto rurale a vocazione biologica dell’Oglio Po. Si tratterà non solo del primo in Lombardia, ma del primo in Italia incentrato sul ‘bio'”.

I tempi stringono: le scadenze per l’accreditamento sono il 31 dicembre 2013 ed il 31 maggio 2014. Come ribadito dai consiglieri Pd presenti in comune, il diretto rurale del biologico va nella stessa direzione regionale intrapresa con la decisione di adottare la filiera corta per mense e non solo: ecco perché il discorso potrà riguardare non soltanto i produttori, ma anche enti come scuole o altri. Un distretto ampio dunque, che può essere realizzato solo dal basso, da chi nel biologico ci crede da anni, come le decine di realtà rurali rappresentate venerdì in sala consiliare a Casalmaggiore.

Simone Arrighi

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