Contro il degrado
della scuola: Romani,
sciopero rumoroso
Venerdì scorso si erano ritrovati in piazza Garibaldi a Casalmaggiore per manifestare in favore della pace. Questo venerdì l’intento della manifestazione, che sempre dal listone casalese è partita, è stato più bellicoso, per quanto non violento.
Circa 450 studenti del Polo Scolastico Romani di Casalmaggiore hanno dato vita a uno sciopero, che riprende le orme di quello nazionale, partito nei giorni scorsi dal Molise e che mira a porre sotto la lente d’ingrandimento della politica la situazione di degrado che la scuola italiana sta vivendo. In particolare il Romani ha evidenziato i suoi problemi, in un tour improvvisato questa mattina – ma già giovedì sera, da Facebook, i rappresentati d’istituto avevano preannunciato battaglia – partito da piazza Garibaldi, con l’incontro con il sindaco Claudio Silla, e poi proseguito alla fondazione Santa Chiara, dove sono stati “raccolti” altri studenti, per passare davanti alla sede della Provincia (dove però il dipendente dell’Inps non ha potuto fare molto), infine ancora davanti al Romani e poi al Parco delle Poste.
Perché questi ragazzi hanno raccolto 450 firme? I motivi dello sciopero erano elencati su un foglio presentato al sindaco. “Manifesteremo per un sistema di diritti per gli studenti migliore di quello attuale. Manifesteremo perché crediamo in una scuola migliore e i 400 milioni stanziati dal Governo Letta sono una presa in giro rispetto agli 11 miliardi tagliati negli ultimi 5 anni. Perché l’Italia spende 17 miliardi per comprare 131 caccia bombardieri e a noi ne servirebbero 20 per rendere le scuole sicure”.
Poi i problemi più legati al locale: “Il sistema trasporti non consente a tutti gli studenti di arrivare a scuola in orario e questo comporta litigi anche con i professori. Paghiamo 390 euro (a volte anche 450, ndr) per un abbonamento extraurbano e si tratta di un’esagerazione, dato che il servizio non è all’altezza, spesso saltano le fermate e spesso tocca viaggiare in piedi perché i pullman sono stipati. Sembrano carri bestiami. E poi il problema del caro libri: spendiamo tra i 200 e i 300 euro di libri e i volumi cambiano ogni anno. Manifestiamo infine perché vengano concesse più ore di attività pratiche, di laboratorio senza per forza dover fare pagare i materiali alle famiglie. Al Romani da troppo tempo mancano i laboratori di teatro, ad esempio”.
Oltre alle mancanze indicate nella lettera, esistono altre questioni sollevate dai rappresentati di Istituto Tamara Nikolic di Vicobellignano e Andrea De Padova di Casalmaggiore al sindaco. “Abbiamo proiettori e lavagne Lim, che spesso nemmeno sappiamo come usare, e di contro banchi distrutti. Abbiamo professori con i tablet, messi a disposizione dal Ministero, ma non abbiamo accesso ai bagni perché in qualche caso sono inagibili. La tecnologia è un aiuto, ma se ci sono altri problemi deve passare in secondo piano. Tra libri, abbonamenti ai trasporti e altre spese arriviamo a investire quasi mille euro l’anno: troppo, specie in questo periodo. In molti programmi, poi, non si va avanti perché mancano i professori. E che dire degli anni passati, quando non abbiamo potuto fare le ore di educazione fisica perché sul tetto della palestra c’era l’amianto?”.
Una frecciata alla scuola è arrivata da una ragazza che ha evidenziato che “si sono rifiutati di darci un megafono per protestare e qualcuno di noi s’è preso del comunista. Provvedimenti? Possono prenderli ma devono prenderli per tutti noi e siamo in 450”. Lo sciopero è stato organizzato, come detto, in poche ore. “Non abbiamo avvertito nessuno se non all’arrivo a scuola: altrimenti il rischio era che molti stessero a casa a dormire”. Qualche ragazzo ha comunque deciso di fare lezione, restando in classe: per questo, al passaggio del corteo davanti al Romani, s’è beccato qualche insulto. Una macchia su uno sciopero per il resto rumoroso ma abbastanza pacifico.
Il sindaco, ricevendo i ragazzi, ha spiegato che il comune non è responsabile del Polo Romani. “Gestiamo tutte le altre scuole, ma la vostra dipende dalla Provincia di Cremona”. “Tuttavia” ha spiegato Silla “questa vostra protesta è importante per chi amministra, perché consente di avere il polso della situazione. Ci faremo sentire nelle sedi opportune, a partire dalla Provincia per i problemi legati all’edilizia scolastica. Per il resto, sono dell’idea che le risorse siano poche e per questo occorre fare delle scelte: il sistema delle scuole italiane va migliorato ma soprattutto vanno migliorate le condizioni di sbocco nel mondo del lavoro. I tablet non sono il problema, ma la soluzione: potrebbero sostituire tutti quei libri che vi costano così tanto”. “Viviamo in un periodo” ha chiuso Silla “dove il benessere è ormai superato, appartiene ad altre generazioni. E’ giusto salvaguardare i conti pubblici ma è sacrosanto investire sul futuro, sulla scuola, su di voi. Vi daremo una mano”.
I ragazzi hanno spiegato di non sentire l’aiuto dei professori e della dirigente scolastica: per questo hanno scelto di andare oltre, con una protesta clamorosa che, in qualche tratto, ha bloccato il traffico, in particolare in via Cairoli. Due agenti della polizia locale si sono così sforzati di gestire al meglio il passaggio delle auto in uscita dalla piazza, in gran parte deviate in direzione via Saffi. Il corteo s’è chiuso col coro “Il Polo barcolla ma non molla”, mentre gli studenti hanno promesso che nuove manifestazioni saranno organizzate, anche a Cremona, sotto la sede della Provincia.
Giovanni Gardani
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