Economia

Metalmeccanico in crisi
A Casalmaggiore più di
18mila ore di cassa

La situazione è ancora tragica per il settore metalmeccanico. E le prospettive per il secondo semestre non sono incoraggianti. E’ quanto evidenzia la Fim Cisl di Cremona: quasi tremila lavoratori colpiti dalla crisi nel primo semestre del 2013 in provincia. Il settore metalmeccanico seguito dalla Fim ha visto 231 richieste di utilizzo di ammortizzatori sociali, per un totale di 2942 persone coinvolte; le settimane di utilizzo di ammortizzatori sociali quali la cassa integrazione ordinaria e la cassa in deroga sono 2346, mentre le ore di cassa in deroga richieste sono 216402”, spiega il segretario della Fim Cisl di Cremona, Lodi e Mantova, Omar Cattaneo. Sono 28 le aziende dell’area nei pressi del capoluogo che hanno richiesto la cassa integrazione ordinaria, 2 la cassa straordinaria, quattro che hanno aperto la procedura di mobilità. “Purtroppo il rischio di un peggioramento è concreto, tenuto conto della nuova formulazione della cassa in deroga nel secondo semestre 2013: questa affermazione va in controtendenza rispetto a quanto dichiarato dal Governo ed ai recenti dati emessi da alcuni istituti. Il decreto sul lavoro non è la soluzione; può essere un sostegno per pochissime imprese, ma non permette in questo frangente nuove assunzioni, visto che è la materia prima che deficita: il lavoro”, afferma Catteneo che vende nella diminuzione della pressione fiscale e nell’incentivazione degli investimenti, uno dei modi per arrivare ad una ripresa. Ripresa che secondo il segretario della Fim Cisl non avverrà prima del 2015.

Nello specifico ecco i numeri su Casalmaggiore.

CASALMAGGIORE

Cassa integrazione ordinaria 17

Cassa integrazione straordinaria 04

Mobilità 00

Cassa in deroga 09

Totale lavoratori 327

Lavoratori coinvolti 287

Settimane ordinaria/deroga 365

Ore richieste cassa in deroga 18.250

“Forte criticità in particolare nelle piccole imprese, che compongono la parte più cospicua del nostro tessuto industriale. Il rischio di un ulteriore indebolimento occupazionale esiste e sarebbe opportuno, cosa che fino ad oggi non è avvenuto, promuovere maggiormente i contratti di solidarietà”, conclude Cattaneo.

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