Cronaca

Centrale a biomasse,
risposta di Bioenergia:
“Cassati per un cavillo”

Edoardo Maltempi, di Bioenergia SpA, non ci sta. O meglio accetta la sentenza che ha di fatto cancellato il progetto della centrale a biomasse sul comune di Solarolo Rainerio, ma rivendica un piano dell’opera, a suo dire, positivo per il territorio, per l’occupazione e anche per l’ambiente.

Sì, per l’ambiente, avete letto bene. Strano ma vero – specie per chi aveva pensato ad una decisione del Consiglio di Stato capace di tutelare soprattutto la salute dei cittadini di Solarolo e comuni limitrofi – uno dei punti di forza dell’arringa-sfogo di Maltempi (inutile ai fini legali, ma comunque molto convinta) è proprio questo.

“A questo punto dobbiamo abbandonare il percorso” spiega chiaro e tondo il direttore tecnico del progetto “ed è un peccato: non ci saranno altri ricorsi, ma abbiamo perso una grande opportunità per una realtà industriale legata al territorio. La ditta Invernizzi voleva rinnovare il parco caldaie e una multinazionale era pronta a investire, lasciando libero il denaro liquido dell’industriale per altri investimenti. Era un puzzle, a nostro avviso, ben strutturato”.

E qui Maltempi racconta tutti i benefici che la nuova centrale avrebbe garantito. “Avremmo aiutato la ditta Invernizzi, che invece ora dovrà spendere 4-5 milioni di euro per rinnovare, e che aveva avuto il coraggio di investire sul territorio anziché migrare all’estero, come accaduto per tante altre aziende. Avremmo versato, secondo una convenzione già firmata, 40mila euro nelle casse del comune di Solarolo per ogni anno di esercizio dell’impianto. Avremmo garantito l’assunzione di 25 persone nel progetto, più altre 50-60 nel cantiere. Tutto questo senza contare l’indotto. E sì, anche a livello ambientale, avremmo garantito miglioramenti: in fase autorizzativa, infatti, è stato dimostrato che le emissioni della Invernizzi sarebbero state minori e più salubri grazie al nostro impianto. Posso capire il controllo ferreo e certosino dei valori delle stesse emissioni, avrei assolutamente accettato che ci venissero fatte le pulci, ma mi spiace che l’iniziativa sia stata cassata così, d’ufficio”.

Maltempi poi lancia un guanto di sfida. “Sfido chi ha contestato il nostro progetto a dare un senso pratico alla protesta che ha portato avanti: in particolare vorrei da queste persone motivazioni tecniche. Quando queste motivazioni sono state presentate alla conferenza dei servizi, ben 18 enti convocati hanno decretato che le stesse erano prive di fondamento. E’ questo che lascia l’amaro in bocca: dalla possibilità di creare un’iniziativa industriale sul territorio si è passati a bloccare tutto per una carta bollata”.

“La verità” chiude Maltempi “è che hanno stoppato il nostro progetto non perché insalubre, come dicono per partito preso, ma perché nel giorno zero di inizio del cantiere avrebbero voluto vedere sia gli scavi che i getti. Sfido qualsiasi cantiere ad attivarsi nel giro di poche ore, con questa celerità. In sostanza, hanno trovato un inghippo di forma, ma la sostanza parlava di un progetto volto a portare benefici anche al territorio”.

Giovanni Gardani

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