Viadana, la crisi del
Pd e uno strappo da
cucire. Con Pavesi?
Anzitutto va ribadito, come del resto ha già fatto il sindaco Giorgio Penazzi, che i tentativi della maggioranza di salvare gli assessori dalla mozioni di sfiducia presentate dal centrodestra ieri sera a Viadana non avevano alcun valore giuridico. Questo perché solo e solamente al Sindaco, in base allo statuto comunale, spettano le scelte in tal senso, così come sottolineavano le autorità prefettizie mantovane che, pur lontane da Viadana seguivano quasi in diretta l’evolversi delle discussioni all’interno del Consiglio Comunale.
Le ragioni della crisi dentro al Partito Democratico viadanese, oggi senza segretario, hanno appendici lontane e partono dall’accettazione di Giorgio Penazzi a candidarsi sindaco pur non avendo mai avuto un cuore del tutto rivolta a sinistra. E difatti il suo successo è scaturito sopratutto dall’affiancamento di un esponente dell’Udc, quale è appunto il vice di Penazzi Dario Anzola.
Penazzi ha esercitato i poteri in suo possesso nominando gli assessori a lui graditi (e scontentando, come ovvio che fosse, altri) e decidendo poi di esautorarli quando questi non si sono rivelati, a suo dire, più all’altezza, fomentando divisioni o addirittura ostacolando le scelte amministrative. Emblematico a tal proposito uno dei tanti roventi passaggi di Simonetta Gialdi (lista Civica Portanuova) in consiglio, quando ha affermato: “Abbiamo firmato un sacco di delibere, nessuna delle quali ha visto poi l’attuazione”
Adesso la parte del Pd che non ama gli assessori presenti si scontra con l’altra parte del medesimo partito che invece li difende e li protegge, attraverso lo scontro in aula plateale e frastornante tra due anime dello stesso schieramento quali sono Cesarina Baracca e Paolo Zanazzi. L’opposizione accusa il Pd di provocare un pesantissimo blocco di ogni iniziativa a causa di assessori che ostacolano l’attività amministrativa in una Viadana al centro di una congiuntura pesantissima.
Che farà il Pd nel suo imminente congresso locale, previsto il 4 marzo? Darà ragione a Penazzi o ne chiederà la sfiducia? E a chi sarà affidato il difficile ruolo di una eventuale ricompattazione? Qualche nome si fa strada. Uno su tutti, Giovanni Pavesi: l’ex consigliere regionale nelle cui mani potrebbe apparire il filo magico necessario per cucire il profondo strappo.
Rosario Pisani
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