Tibre, primo casello (dopo 50 anni)
inaugura mercoledì senza sfarzi
E luce fu: dopo 50 anni, ecco un pezzo di Tibre, col casello di Sissa-Trecasali che inaugura mercoledì. Non dovrebbero esserci tagli del nastro, anche perché – diciamolo pure – il casello di una autostrada che finisce praticamente in campagna non è il massimo della vita e dà anche il senso di incompiutezza di un’opera che il territorio insegue da 50 anni.
La Tirreno Brennero, che dopo Sissa-Trecasali dovrebbe proprio sfondare la barriera ideale che conduce nel territorio casalasco, oltre il Po, e dunque in provincia di Cremona. Già, dovrebbe, perché l’ok è già arrivato da Ministero e dalle Regioni Lombardia ed Emilia Romagna, ma i tempi sono lunghi e al momento di cantieri nuovi non se ne parla.
Intanto però Sissa-Trecasali c’è, finisce sulla mappa col suo casello, alimentando anche polemiche: Alessandro Fadda, che è presidente della Provincia di Parma ma anche sindaco di Torrile, dunque la Bassa la conosce bene (peraltro lavora a Casalmaggiore), ha rimarcato come un’autostrada monca di questo tipo non porti sviluppo ma soltanto l’aumento di volumi di traffico in zona.
Questo primo lotto della Ti Bre è lungo 9,5 chilometri e attraversa i comuni di Fontevivo, Fontanellato, Parma e Sissa Trecasali. Al suo interno, due sono le opere più importanti: il complesso svincolo di collegamento con l’Autosole, realizzato tutto a due corsie, e il lungo viadotto sul Taro all’altezza di Viarolo. Per dare un’idea dei tempi: si arriva all’inaugurazione del casello nel 2025 per un’opera partita nel 2017, quando iniziarono i lavori a Viarolo.
Ora il grande passo oltre il Po? La Salt, la concessionaria che realizza l’opera, frena e in una nota spiega che l’autorizzazione rilasciata nel 2010 “ha riguardato la realizzazione del solo primo lotto. Gli ulteriori lotti necessari al completamento della tratta fino all’interconnessione con la A22 autostrada del Brennero potranno essere pianificati da Salt a seguito di indicazioni del concedente Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”. Insomma, prima di arrivare nel Casalasco, tocca tornare a Roma.
Giovanni Gardani