Cultura

Museo Platina e la rivoluzione
digitale dell'Oculus

Utilizzare la tecnologia moderna per rivivere il passato. Un passato decisamente remoto. Una macchina del tempo virtuale che a Piadena Drizzona prende vita al Museo Archeologico Platina, legato ai vicini scavi romani di Bedriacum e al sito palafitticolo dei Lagazzi.

“Trattandosi di ambienti molto umidi, è difficile che la conservazione sia stata perfetta nel corso del tempo – ha spiegato Marco Baioni – ma con le nuove tecnologie abbiamo l’occasione per ricostruire la storia dei secoli passati e di immaginare quale potesse essere la vita dei nostri antenati. Non solo: creiamo anche una forma di interattività con il visitatore che può farsi a sua volta archeologo e scopritore, andando a cercare oggetti comuni di vita quotidiana dell’epoca”.

Da un lato l’Oculus, il visore in 3D che consente una esperienza in prima persona definita “cinematografica”; dall’altro una sorta di “stanza immersiva” per entrare davvero nel sito palafitticolo ricostruito in digitale. Per il comune un investimento legato alle nuove leve. “E’ un modo per attirare anche i cosiddetti nativi digitali, ossia i nostri ragazzi – spiegano il sindaco Federica Ferrari e Marika Dall’Asta, assessore alla Cultura – tenendo conto che il Museo Platina è molto frequentato dalle scuole della nostra zona. La speranza è che sia sempre più attrattivo e al passo coi tempi”.

Non resta che segnarsi in calendario l’appuntamento del 13 aprile, quando vi sarà una sorta di Open Day per vivere sia l’esperienza dell’Oculus che quella della “stanza immersiva”: un modo per entrare – letteralmente – nella preistoria.

G.G. (video Alessandro Osti)

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