Cronaca

Memoria 2025: Mauthausen e Gusen,
quando la storia ferisce l'anima

La seconda giornata del Viaggio della Memoria 2025 ha scavato profondamente nelle coscienze dei partecipanti, culminando in una toccante cerimonia di deposizione delle corone commemorative accompagnata dalla solenne lettura da parte degli studenti dei 44 nomi dei cremonesi scomparsi nei campi di Mauthausen e Gusen.

Il cielo plumbeo e il freddo intenso hanno reso ancora più vivido e doloroso l’incontro con la memoria. Fin dal mattino, gli studenti e le autorità hanno affrontato con commozione le tappe nei campi, sperimentando direttamente la dura e agghiacciante quotidianità dei deportati: baracche vuote e fredde, forni crematori silenziosi, celle anguste e opprimenti, immagini strazianti e interminabili registri di nomi nella struggente “sala dei nomi”. Gli studenti stessi hanno raccontato di aver vissuto qualcosa di “inimmaginabile se non provato sulla propria pelle”.

Nel pomeriggio, due momenti distinti hanno scandito il ricordo con particolare forza emotiva. A Gusen, il presidente della Provincia di Cremona, Roberto Mariani, ha guidato un gesto simbolico estremamente intenso: la deposizione di una maglia dell’US Cremonese, firmata dagli attuali calciatori, nel luogo dove perse la vita un giocatore grigiorosso: “Staccione fu deportato e ucciso qui, 80 anni fa, il 16 marzo 1945, per aver avuto il coraggio di opporsi al regime nazifascista – racconta il presidente Mariani -. Per questo abbiamo voluto portare una maglia della U.S. Cremonese, firmata dai giocatori di oggi, come gesto simbolico, come segno di riconoscenza e memoria. Perché lo sport, così come la vita, è fatto di scelte, di valori, di coraggio. E Staccione, prima ancora di essere un calciatore, fu un uomo libero”.

A Mauthausen, un lungo corteo dietro alle corone dei Comuni di Cremona e Crema, insieme a quella degli studenti, ha dato vita a una cerimonia commovente, accompagnata da parole cariche di riflessioni profonde di Ilde Bottoli, coordinatrice del Progetto Memoria, deò presidente dell’Amministrazione Provinciale Roberto Mariani, del sindaco Andrea Virgilio, che ha raggiunto la comitiva in giornata, della Dirigente della scuola capofila del progetto, Simona Piperno del Torriani.

Le testimonianze degli studenti hanno catturato con forza le emozioni vissute, descrivendo sensazioni uniche come il silenzio “surreale” e un senso profondo di rispetto e dolore di fronte ai luoghi delle atrocità, o ancora: “Un’esperienza oltre le pagine dei libri”, raccontando come fosse imprescindibile osservare personalmente la “scalinata della morte” e la cava dove i deportati erano costretti a lavorare fino allo sfinimento. Hanno confessato come queste immagini abbiano inciso nella loro anima ferite indelebili e profonde, che nessuna lettura avrebbe mai potuto provocare.

Nelle riflessioni conclusive, Roberto Mariani ha rimarcato il ruolo cruciale della memoria: “L’avevo già vissuto come Sindaco di Stagno Lombardo, ruolo che tuttora ricopro, ma oggi, come Presidente della Provincia di Cremona, sento ancora più forte il valore di questa esperienza. Essere qui con voi ha un significato profondo. Non è un semplice viaggio, non è una gita scolastica qualunque. È un percorso di consapevolezza, un cammino che ci porta a toccare con mano la realtà di ciò che è stato, per capire, per ricordare, per non dimenticare. E voi, ragazzi, siete i veri protagonisti di questo percorso”.

Il sindaco Andrea Virgilio ha preso spunto, nel suo intervento, dal film La Zona d’Interesse: ” Il film non ci mostra l’orrore esplicito della Shoah, non ci sono scene di violenza, ma la capacità umana di normalizzare l’orrore quando lo si trasforma in parte del quotidiano. Non vediamo mai direttamente cosa accade oltre il muro che separa la casa dal campo, ma il suono — urla, spari, forni che bruciano — ci accompagna costantemente. È un film sull’indifferenza, sulla disumanizzazione, sull’abisso morale che si apre quando si sceglie di non vedere. Ed è proprio per questo che serve la memoria. Non solo per sapere cosa è successo, ma per capire come può succedere. E soprattutto per capire che non succede solo nei momenti estremi”.

“Noi abbiamo sempre il potere di cambiare le cose – ha detto ancora Virgilio -, in ogni azione che possiamo scegliere di fare possiamo esprimere una visione del mondo, l’immagine di una comunità. Possiamo decidere quale idea di mondo vigliamo incarnare, possiamo scegliere se la nostra nostra classe vuole includere o escludere, se il mio gruppo di amici vuole aprirsi o chiudersi, possiamo avere la possibilità di scegliere se però abbiamo sempre la possibilità di farci delle domande”.
Cristina Coppola – Inviata a Mauthausen

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