Cultura

Oggi al Diotti inaugura la
mostra dedicata a Paride Falchi

Caseggiati lungo una strada,1977
Paesaggio al tramonto
Casolare con nebbia e neve', 1960, olio su cartone, cm 28hx31
Foschia tra gli alberi', 1972, olio, cm 34hx40, Inedito

Paesaggi, ritratti, autoritratti, nature morte e disegni: l’antologica curata da Valter Rosa, promossa dal Museo Diotti a trent’anni dalla scomparsa di Paride Falchi (Quattrocase di Casalmaggiore, 1908 – Sabbioneta, 1995), sintetizza oltre 60 anni di vita dedicata alla pittura in un interessante percorso espositivo che ripercorre tutte le fasi della ricca produzione dell’artista casalasco. “L’emozione del paesaggio. Paride Falchi pittore”, mostra, che sarà inaugurata oggi alle ore 17, avvalendosi delle opere e dell’archivio conservati dal figlio Donatello e dai nipoti Ombretta e Fabio, propone un centinaio di opere. I visitatori del Diotti – grazie a questa interessante proposta culturale patrocinata dal Comune di Casalmaggiore e da Regione Lombardia – potranno dunque ammirare una ricca selezione della sua produzione artistica nella sala Rossari e negli altri spazi del museo cittadino.

“Cresciuto a Sabbioneta, dopo un lungo apprendistato presso un pittore-decoratore di talento, Luigi Bonfatti Sabbioni, che lo ha familiarizzato con le tecniche pittoriche, Falchi – ricorda il curatore Valter Rosa –  ha successivamente frequentato a Casalmaggiore la Scuola di Disegno “Giuseppe Bottoli”. Dai primi anni Quaranta ha intrapreso l’attività di decoratore. Nel secondo dopoguerra si è dedicato totalmente alla pittura da cavalletto, prediligendo le riprese en plein air.

Questo interesse per le riprese dal vero e sur le motif  con una particolare sensibilità per il variare delle condizioni luministiche e atmosferiche, attraverso il linguaggio di una pittura fondamentalmente tonale, lo porta a superare i limiti del genere, addomesticando le bellezze monumentali delle città e rendendo significativi gli angoli più modesti della campagna e dell’architettura rurale. Il tutto attraverso pennellate rapide, libere e decise, talora cariche di materia o liquide sino alla smaterializzazione, che lambiscono l’informe (mai l’informale astratto) come intima fusione con l’impressione e superamento delle cose finite. Negli anni Ottanta raggiunse l’apice della notorietà: nel 1986 Rai Tv produsse un documentario su di lui. Nell’ultimo periodo ha miniaturizzato il proprio mondo pittorico in nature morte”.

Sarà possibile visitare la mostra fino al 4 maggio, dal martedì al venerdì dalle 8:30 alle 12, mentre il sabato e festivi l’esposizione sarà aperta al pubblico dalle 15:30 alle 18:30. Ulteriori informazioni sulla mostra visitando il sito www.museodiotti.it .

L.C.

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