Cronaca

La crisi demografica svuota le aule
Alle superiori 400 primini in meno

Il direttore dell'Ufficio scolastico provinciale Imerio Chiappa: "Faremo di tutto per mantenere i presidi scolastici nei piccoli paesi. Ma il rischio è che le pluriclassi diventino la normalità, come stiamo vedendo a Sondrio e non sempre è un bene". "Il 4+2 negli istituti tecnici è una sfida: non dovrà essere la scorciatoia per arrivare al diploma un anno prima".

Un calo di 400 unità degli studenti che da settembre frequenteranno la prima superiore; di 116 per quelli delle medie; stabili i primini delle elementari, con una contrazione di poche unità. Sono i dati relativi alle iscrizioni perfezionate lo scorso febbraio nella scuola pubblica, raffrontate con quelle dell’anno in corso,  che parlano di un inesorabile declino demografico. Su questi numeri sta ragionando l’Ufficio scolastico provinciale per definire l’organico e quindi il numero di classi che verranno autorizzate dal Ministero. Per quanto riguarda le risorse, non ci sono ancora certezze, spiega il dirigente Imerio Chiappa.

“Il calo di studenti non è un problema solo di questa provincia, è generalizzato, tranne per quanto riguarda i grandi centri come Milano. Nel territorio cremonese stiamo notando una peculiarità: nei paesi più piccoli sta diventando difficilissimo sostenere la presenza delle classi, vi sono comuni con solo uno, due bambini iscritti in prima e questo costringe a fare delle riflessioni per il futuro. Il rischio è di perdere la sede scolastica, che significa anche una perdita di identità per le comunità locali”.

Una via d’uscita può essere l’istituzione delle pluriclassi, ma “si capisce che avere nella stessa classe un bambino di quinta e uno di prima non è la cosa ottimale. Da parte nostra c’è la volontà di tutelare al massimo tutte le realtà. Ci spetta un ruolo di mediazione tra quelle che sono le richieste dei Comuni e le risorse che ci vengono attribuite. Ma si capisce che se abbiamo una ‘copertina’, la puoi anche tirare a destra ma poi si scopre la sinistra”.

Il punto di partenza – assicura il dirigente provinciale-  resta “non perdere il presidio scolastico, ma se mi chiede ora cosa succederà in futuro, non ho ancora nessuna risposta”. Il Ministero invierà alle direzioni scolastiche regionali le risorse disponibili e queste saranno distribuite sulle Province, un riparto basato sul numero di iscritti con l’applicazione di correttivi.

Il caso della scuola di Cavatigozzi, alle porte di Cremona, dove la dirigenza ha comunicato il raggiungimento dei 15 iscritti (numero minimo per poter attivare la classe prima) ma dove l’ufficialità non è ancora arrivata, non è isolato. Una decina di realtà scolastiche in provincia sono nella stessa situazione limite, con iscritti che mancano seppure di poco l’obiettivo di 15. E la priorità nelle deroghe andrà data a quei plessi scolastici collocati nelle aree della provincia più scoperte di scuole, per limitare i disagi di trasporto alle famiglie e agli scuolabus dei Comuni.

Guardando al futuro, la situazione non è rosea. Secondo la recente proiezione statistica della Provincia di Cremona, la diminuzione della popolazione 0-14 anni dovrebbe continuare fino al 2033 facendo registrare un calo del 9,6% (- 4.130 abitanti rispetto all’1/1/2023), per poi riprendersi con una crescita costante fino al 2043 (con 41.286 abitanti complessivi), senza però raggiungere i valori attuali. Nel 2043 si avrebbero infatti 1.823 abitanti in meno rispetto al 2023, con un calo del 4,23%.

Se non interverranno grandi modifiche nella demografia cremonese, questo comporterà nel breve periodo, ovvero fino al 2030, una diminuzione degli studenti in tutti gli ordini scolastici.
Nelle scuole dell’infanzia la diminuzione dovrebbe essere del 10%, nelle scuole primarie del 14%, nelle scuole secondarie di I grado del 13% e nelle scuole secondarie di II grado del 3,8%.
Nel lungo periodo, ovvero fino al 2043 ci potrebbe essere una ripresa della popolazione scolastica nelle fascia d’età 3-5 anni e 6-10 anni, mentre dovrebbe continuare il calo della popolazione tra 11-13 anni e 14-18 anni.

LO SCENARIO NELLE SUPERIORI DI 2°GRADO. I numeri evidenziano un calo di iscritti in Provincia nel prossimo anno scolastico, soprattutto nell’istruzione tecnica, ma dati alla mano in provincia di Cremona questo segmento di istruzione tiene meglio della media nazionale e di quella regionale, più alta della prima. “La diminuzione di 400 unità su 3400 studenti delle superiori (VEDI TABELLA IN BASSO) è notevole ma è tutta  dovuto al calo demografico”, spiega Chiappa, che è referente regionale della nuova formula 4 anni più 2 (diploma superiore + Its) adottata ad esempio dal Ghisleri di Cremona e partecipa alla commissione ministeriale di 20 esperti che hanno esaminato i progetti di “filiera” presentati dagli istituti scolastici italiani, scartandone parecchi. “Il 4+2 è una sfida”, ci spiega. “se verrà inteso come una scorciatoia per conseguire il diploma un anno prima non avrà raggiunto Il suo scopo, che è quello di indirizzare gli studenti verso il completamento degli studi nei successivi due anni, in cui potranno acquisire davvero una competenza specifica e metterla a frutto nel migliore dei modi nel mondo del  lavoro”.
Giuliana Biagi

LE ISCRIZIONI NELLE SCUOLE PUBBLICHE DELLA PROVINCIA DI CREMONA (dati: Ust Cremona)

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...