Cronaca

Casalmaggiore ha manifestato per
supportare il popolo palestinese

Il Collettivo Onda Queer, realtà fautrice dell’iniziativa promossa insieme al Circolo Rive Gauche, si sofferma sul corteo che si è svolto domenica 16 marzo in sostegno del popolo palestinese. Una manifestazione che ha visto l’adesione di altri gruppi, i quali si sono aggregati in seconda battuta rispondendo all’invito ricevuto, condividendone le motivazioni.
Dal piazzale della stazione, i circa 150 partecipanti hanno proseguito effettuando alcune tappe all’altezza della rotonda, nel piazzale adiacente alla Chiesa di San Francesco, in Piazza Garibaldi e, infine, in Piazza Turati, dove ci sono stati alcuni interventi particolarmente significativi, tra cui la lettura di una testimonianza di una ragazza palestinese in contatto con una cittadina del casalasco.

“Abbiamo letto le sue parole prima in italiano e poi in arabo” – ricorda Lorenzo Lupoli di Onda Queer. Durante la manifestazione, indetta per denunciare la situazione dei palestinesi, c’è stato anche un intervento della comunità palestinese, con un suo rappresentante di Parma. Nutrita anche la rappresentanza della comunità palestinese di Cremona.

In riferimento alle motivazioni che hanno spinto i promotori ad organizzare il corteo, momento di denuncia e sensibilizzazione rispetto a quanto sta accadendo in quell’area, l’esponente di Onda Queer sottolinea: “Per noi è stato necessario manifestare a Casalmaggiore in linea con una filosofia che prevede di agire localmente e pensare globalmente. Purtroppo – osserva – la situazione continua ad essere drammatica sia a Gaza che in Cisgiordania.”

Da Onda Queer e Rive Gauche arriva l’ennesima precisazione per sgombrare il campo da ogni tipo di polemica e strumentalizzazione rispetto ad un’iniziativa che si inserisce tra le numerose promosse a livello internazionale pro Palestina:
“Ribadiamo il nostro sdegno per le accuse di antisemitismo che vengono rivolte alle comunità, espressione di un movimento di denuncia che si è organizzato e rafforzato dall’inizio del conflitto.

Non siamo assolutamente contro il popolo israeliano. Condanniamo fermamente qualsiasi atto di antisemitismo ed ogni tipo di azione terroristica da parte di Hamas o di Hezbollah, per citare le principali organizzazioni espressione del fanatismo islamico. Tuttavia, non possiamo esimerci dal manifestare contro questo genocidio e questa pulizia etnica. Elementi contro i quali stanno manifestando sempre più persone, con una solidarietà internazionale che coinvolge una parte significativa della comunità ebraica, scesa in piazza in tutto il mondo firmando appelli di condanna, critica e protesta nei confronti delle politiche dei governi israeliani”.

L.C.

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