Vicolo dell'Elefante torna
a "vivere": tra leggenda e storia
Sgomberiamo subito il campo da equivoci: Vicolo dell’Elefante non è mai stato in vicolo Chiozzi ma la scelta di “adattarlo” in un vicolo stretto del centro cittadino a Casalmaggiore è più che altro simbolico. Una iniziativa che si deve al consigliere Pro Loco Giuseppe Boles, grazie al bozzetto dell’artista Brunivo Buttarelli, alla donazione dell’installazione da parte di Laminart e a tanti altri che hanno collaborato.
Una leggenda dietro la quale però c’è un po’ di storia vera: un elefante passò davvero da Casalmaggiore nel 1500? Probabile perché il tragitto di quell’animale, dono del sovrano del Portogallo, sicuramente ha incrociato Casalmaggiore. E allora, riecco “Vicolo dell’Elefante”, un inno alla libertà evidenziato dalla scritta in latino e un piccolo manifesto che spiega il significato della installazione.
“Poco nota ai più è sempre girata per il nostro paese una vecchia storia che aveva più della favola. Secoli orsono – racconta Boles – un circo itinerante avrebbe perso il suo elefante che liberatosi dalla catena si sarebbe poi incastrato tra le pareti di due case limitrofe. Da quell’evento la piccola viuzza in questione prese il nome di “VICOLO DELL’ELEFANTE”. Approfondendo la questione ho avuto modo di verificare quanto di storico potesse esserci in questa fiaba di paese. Ho così scoperto che molto di quanto narratomi corrispondeva al vero. Già nelle “Memorie storiche di Casalmaggiore” del 1680 si parla di un “VICOLO DELL’ELEFANTE” da tempo completamente chiuso e che collegava via Cairoli a via Cesare Fantini”.
“Ma è da Bressanone – precisa Boles – che arriva la conferma di un evento accaduto alla metà del XVI secolo e che sottoscrive l’attraversamento in queste zone di un pachiderma (soprannominato “Sansone”), regalo del Sovrano del Portogallo al parente Arciduca Asburgico. Un viaggio epocale che a quei tempi ha suscitato grandissimo clamore. Nella cittadina trentina è ancora possibile vedere sulle pareti dell’ “Hotel dell’Elefante”, risalente all’epoca degli eventi, l’affresco cinquecentesco che ritrae l’animale unito a tutta la ricostruzione storica dell’itinerario. Si legge chiaramente di un effettivo passaggio da Cremona a Mantova, strada che non poteva escludere Casalmaggiore”.
“Affiggere una dima in metallo opera del noto artista Brunivo Buttarelli con la scritta “UNDIQUE LIBERTAS SE CELARI POTEST” (LA LIBERTA’ PUO’ CELARSI OVUNQUE”) anche se sopra il frontale di un vicolo affine significa non solo ricordare un suggestivo evento storico ma rendere omaggio ad un principio sacrosanto e spesso calpestato ovvero il diritto alla libertà, innata per qualunque essere vivente.
Devo però aggiungere assolutamente i ringraziamenti a Mirko Minardi, titolare della “Laminart” che si è offerta di realizzare le insegne, Brunivo Buttarelli che ha disegnato la dima dell’elefante, la ditta LINEA che ha creato l’insegna esplicativa ed infine Bruno Arcari, Costantino rosa e Paolo Zani per la collaborazione. Ultima ma non ultima la Geom. Laura Cortellazzi dell’ufficio tecnico con cui sono rimasto in contatto durante i 4 anni di attesa per ottenere l’autorizzazione da parte della Sovrintendenza ai beni storico-culturali. Che dire, la pazienza ripaga dello sforzo. Ma che pazienza… Mamma mia”.
G.G. (video Alessandro Osti)